Spazio satira
16.06.2017 - 16:04
Luca Mauceri (foto Claudio Papetti)
Una passione nata tra i banchi di scuola. Che con gli anni è cresciuta fino a diventare un impegno a tempo pieno. E che non si è limitata solo all'arte oggetto di questo "primo amore", il teatro, ma ha portato Luca Mauceri a sperimentare numerose forme espressive. Tra queste la musica, come dimostra la sua esperienza di compositore di colonne sonore, come il theme della pubblicità della Sammontana nel 2013. Nato a Frosinone, l'attore ha studiato "Arti e scienze dello spettacolo" alla "Sapienza" di Roma e oggi vive a Bologna.
Come ti sei avvicinato al teatro?
«Quando facevo il liceo (il "Turriziani" di Frosinone, ndr) ho frequentato un corso e mi sono innamorato della recitazione. Ho capito che sarebbe stata la mia strada quando nel 2002 sono arrivato al "Piccolo Teatro di Milano". Da lì si è aperta la strada del professionismo».
Qual è il tuo rapporto con la provincia di Frosinone?
«Odi et amo. Le mie prime sperimentazioni sono nate a Frosinone. Nel corso degli anni ho creato tanti laboratori, ho lavorato con "Gli Argonauti" e l'associazione "Il Faro". Nel centro storico ho collaborato con altri attori nel piccolo teatro chiamato Cat. E funzionava anche bene. Poi con il "Gruppo Zion" tentammo l'esperienza di gestione di un teatro più grande insieme alla compagnia de "I Commedianti"».
Di che periodo si tratta?
«Ho iniziato i primi laboratori alla fine degli anni '90, poco prima dei corsi di perfezionamento a Milano».
Che opinione hai della Ciociaria?
«È un territorio difficile, tanti giovani, anche in gamba, sono costretti ad andare via. Come artista lavoro dovunque, in Italia e in Europa. Sono stato per esempio in Francia, Inghilterra, Australia. A Frosinone, invece, sono tanti anni che non vengo invitato più ufficialmente per promuovere iniziative. Le istituzioni locali non mi hanno coinvolto».
Quale credi sia il problema?
«È principalmente una questione culturale, ma anche strutturale e per questo difficile da risolvere. C'è poca attenzione verso l'arte, che a volte viene considerata superflua. Non c'è un'offerta culturale soddisfacente. Si possono trovare cose interessanti, anche se spesso non vengono troppo pubblicizzate. Avremmo bisogno di dare spazio ai talenti locali. È giusto invitare qualche nome altisonante, ma deve esserci poi un discorso d'insieme. Molto spesso vengono fatti "eventi spot", però poi non resta niente sul territorio».
Di cosa ti stai occupando in questo periodo?
«Attualmente ho in cantiere tante cose. A volte sono in giro per spettacoli, altre per concerti. A inizio anno è uscito un mio disco, "Essence" e recentemente ho finito di comporre la colonna sonora dello spettacolo "Macbeth" per il teatro "Biondo" di Palermo. Ad aprile ho preso parte a un progetto europeo come insegnante, "The complete freedon of thrut", un campus-laboratorio-stage che viene dall'Inghilterra e coinvolge otto Paesi del continente. L'edizione quest 'anno si è tenuta in Toscana, nel Senese, con circa cento allievi tra i diciotto e i ventisei anni. Quest'estate, invece, sarò al Festival di Segesta in Sicilia con lo spettacolo "Le nuvole"di Aristofane».
C'è un progetto nello specifico a cui tieni in particolare?
«Sì , "Alle sorgenti dell'emozione", che è uno stage intensivo, due/tre giorni, con gruppi composti da massimo venti allievi. Si lavora sull'ascolto, sulla consapevolezza, sul dire e fare cose. Si sciolgono i "nodi". Quello che l'attore fa in fase di studio e di laboratorio è un percorso che tutti possono provare e che aiuta anche i non attori a confrontarsi con lati del carattere che spesso non si conoscono a fondo o non si sanno gestire. Quando si va via da questo percorso viene voglia di migliorare un po', di trovare le parole per esprimere qualcosa che si prova».
Chi è Luca Mauceri?
«In me è molto forte l'aspetto spirituale, ho bisogno di essere in contatto con le energie. Per spiritualità intendo l'ascolto dell'anima. Anche nei confronti del pubblico, trovo sia importante nei concerti e negli spettacoli. Chi mi segue ama questo aspetto profondo, ma se vogliamo anche leggero, del mio carattere».
Cos'è per te il teatro?
«Il teatro deve essere emozione, un canale aperto tra attore e spettatore. Lo spettacolo è un dare-avere, uno scambio energetico che può nascere solo dall'evento dal vivo. Come attore devi essere presente fino in fondo sul palco per poter creare questo momento e fare sì che lo spettatore esca dallo spettacolo un po' cambiato, con uno stato d'animo differente da quello che aveva all'ingresso nella sala».
Edizione digitale
I più recenti