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La manifestazione di FdI

Atreju, la giustizia che verrà

Al centro del lungo dibattito di ieri le strategie di sviluppo e la revisione del sistema. Ma non solo: si è parlato anche della lotta agli stupefacenti e dell’uso dell’intelligenza artificiale

Coesione territoriale, riforma della giustizia, politiche contro le dipendenze e intelligenza artificiale. Questi i temi principali trattati ieri in occasione del sesto appuntamento di Atreju. Nelle sale del villaggio dell’evento organizzato da Fratelli d’Italia, ministri, presidenti di Regione ed esponenti delle istituzioni hanno offerto analisi approfondite, in una giornata che si era aperta con momenti di tensione: un gruppo di studenti, contrari alla riforma del corso di laurea in medicina, ha criticato Anna Maria Bernini, ministro dell’Università e della Ricerca: «Con il semestre filtro rischiamo di perdere l’anno», hanno detto. «Stavate meglio pagando 30.000 euro? Siete sempre i soliti comunisti», ha replicato la Bernini in un ambiente caldissimo.

Coesione

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luigi Sbarra ha rivendicato i risultati degli investimenti destinati al Sud: «Dei 135 miliardi del ciclo 21-27, 97 miliardi vanno al Mezzogiorno. Una cifra che dimostra quanto sia necessario colmare i divari economici e produttivi». In crescita anche il mercato del lavoro: «L’Istat registra un aumento dello 0,5% nel tasso di occupazione: un dato storico». La vicepresidente del Parlamento europeo Antonella Sberna ha messo in guardia sul fattore demografico: «Programmare risorse senza sapere chi saranno i cittadini europei di domani è anacronistico. Necessari dibattiti come questo per capire quali sono le regole che vogliamo». Il presidente dell’Abruzzo Marco Marsilio ha richiamato l’attenzione sulle infrastrutture: «L’assenza di alta velocità sulla linea adriatica e sulle connessioni trasversali rischia di aumentare i divari piuttosto che ridurli». Ha chiuso il ministro per gli Affari europei Tommaso Foti: «Non c’è solo la Zes. Ricordiamo che l’Italia è anche un Paese di porti. Le Zls devono crescere, altrimenti perderemo l’occasione di diventare la piattaforma logistica del Mediterraneo».

Giustizia

Nel dibattito sulla separazione delle carriere, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha difeso la riforma e respinto le accuse della magistratura associata: «Mi ha disgustato qualche polemica arrivata alla miseria argomentativa della P2». E ha chiarito: «La riforma non ha lo scopo di accelerare i processi: per quello stiamo assumendo 1.600 magistrati. Ma una giustizia, prima di essere efficace, deve essere giusta». Il giudice della Corte Costituzionale Sabino Cassese ha sostenuto la netta distinzione dei ruoli: «C’è un’accusa, c’è una difesa e c’è un giudice. Il pm fa un mestiere investigativo, il giudice una funzione arbitrale. Non si possono scegliere con gli stessi criteri, come non si chiede a un anestesista di fare il chirurgo». Poi l’ex magistrato Antonio Di Pietro, che avverte: «Con la riforma Nordio i pm saranno più potenti di prima».

Dipendenze da droga

Nel panel dedicato alla lotta agli stupefacenti, il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha annunciato una ripresa dell’impegno istituzionale contro le dipendenze: «Recupereremo terreno su una materia abbandonata per dieci anni». Ha poi ricordato il piano nazionale attivo da due anni contro il Fentanyl: «Rafforziamo la sicurezza nei depositi di farmaci analgesici per prevenire furti che potrebbero portare alla sua estrazione. Per evitare un’emergenza irreparabile».

Tecnologia e identità digitale

Infine lo spazio dedicato al rapporto tra nuove tecnologie, deepfake e reputazione online, a cui ha partecipato anche l’attore Raoul Bova. Arianna Meloni, responsabile della segreteria politica FdI, ha richiamato l’esigenza di un approccio umano e consapevole alle innovazioni digitali: «L’uomo deve rimanere al centro e governare la macchina. Le tecnologie hanno tanti aspetti positivi ma anche molte negatività: il cervello rischia di impigrirsi. La sfida è imparare a gestirle, affinché la nostra intelligenza continui a guidare quella artificiale».

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