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Il punto

Rimpasto in giunta, Zingaretti a Cinque Stelle: il dado è tratto

Roberta Lombardi e Valentina Corrado assessori nel Lazio. Contropiede del Governatore dopo le dimissioni da segretario del Pd. Scacco matto in tre mosse

Scacco matto in tre mosse: dimissioni da segretario nazionale del Pd, ingresso del Movimento Cinque Stelle nella giunta regionale del Lazio, sì di Enrico Letta alla proposta di guidare i Democrat. Così Nicola Zingaretti è riuscito a trasformare un momento di difficoltà in una controffensiva politica senza precedenti.

La nomina di Mario Draghi a presidente del consiglio, fortemente voluta dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, aveva chiuso a Zingaretti ogni spazio di agibilità politica come segretario del Pd. Perché lui guarda ad un nuovo modello di centrosinistra.

Il fuoco incrociato delle "correnti" ha fatto il resto. E a quel punto Nicola Zingaretti ha capito che solo con un passo di lato avrebbe potuto rilanciare. Enrico Letta al vertice dei Dem significa pure strada sbarrata ai renziani, ex o attuali. E se Giuseppe Conte dovesse guidare nel prossimo futuro i Cinque Stelle, allora due ex presidenti del consiglio (Letta e Conte) sarebbero alla guida di due partiti che nei fatto rappresentano la prospettiva di un nuovo modello di centrosinistra.

Poi c'è sempre Paolo Gentiloni in Europa, anche lui ex premier. Era quello che Zingaretti voleva. Il dado è tratto. E il passaggio del Rubicone è avvenuto con l'ingresso nella giunta regionale del Lazio del Movimento Cinque Stelle. La capogruppo pentastellata Roberta Lombardi guiderà il nuovo assessorato alla Transizione ecologica e digitale, in linea con l'analogo ministero istituito al Governo nazionale.

Mentre Valentina Corrado si occuperà del Turismo (un settore strategico, tra i più colpiti dalla pandemia). Nell'ambito di una staffetta con Giovanna Pugliese, che gestirà le deleghe al Cinema e all'Audiovisivo. Ma non è tutto: si rafforza la posizione del vicepresidente Daniele Leodori, che assume anche le deleghe al bilancio, dopo la nomina di Alessandra Sartore come sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico.

Ad Alessandra Troncarelli i Beni comuni, a Enrica Onorati le pari opportunità, a Claudio Di Berardino, già assessore al Lavoro, la delega al Personale. A Paolo Orneli l'Università e la conoscenza. Oltre allo Sviluppo economico. Mentre Wanda D'Ercole è la nuova direttrice generale: subentra ad Andrea Tardiola.

Nicola Zingaretti ha detto: «L'accordo programmatico con il Movimento nasce alla luce del sole, è una novità storica: due squadre che si erano confrontate ora si uniscono per il bene comune. Alla politica i cittadini chiedono idee, coesione, impegno onestà e anche unità. L'accordo con il M5S nasce alla luce del sole sulla base di un programma, grazie al coraggio di tutti di fare un passo in avanti. L'esito è una politica più credibile e un Lazio più forte».

Il programma è quello di fine legislatura: mancano due anni. Significativo il titolo: "Prima di tutto la salute e il lavoro". In calce i simboli dei partiti della maggioranza: Pd, Lista civica Zingaretti, +Europa, Liberi e Uguali, Demos, Italia Viva, Europa Verde e Movimento Cinque Stelle.

È il nuovo centrosinistra che vuole Zingaretti. Ha aggiunto il presidente della Regione Lazio: «Faremo di tutto per riaccendere i motori dell'economia e per portare giustizia economica e sociale». Aggiungendo: «La nuova giunta è dedicata alle donne e alle nuove generazioni. Abbiamo bisogno di affrontare alcune grandi emergenze: fermare l'avanzata del virus con la presa in carico di chi si è infettato, con misure di contenimento e correndo nella campagna vaccinale.
L'altra grande urgenza, accanto a quella sanitaria, è sociale e del lavoro».

Infine Nicola Zingaretti ha concluso: «Continuerò a fare il presidente, Enrico Letta è la persona giusta e corretta per aiutare il Pd a ricollocarsi come protagonista indiscusso della democrazia in Italia». L'endorsement come ultimo passaggio. Scacco matto in tre mosse. Appunto.

Poi c'è la dichiarazione di Roberta Lombardi, pesantissima sul piano politico. Ha detto l'esponente dei Cinque Stelle: «Lavoriamo insieme in Regione da tre anni, con le reciproche differenze. Negli anni sono stata la prima che ha pensato che potesse esserci una progettualità da fare con il centrosinistra. Mi auguro che, anche la conoscenza reciproca nata con il Governo Conte 2 e ora anche con il Governo Draghi, apra la possibilità per il futuro di un fronte progressista allargato, con un progetto per il Paese ambizioso e soprattutto moderno».

Particolare non di poco conto: l'ingresso di Roberta Lombardi e Valentina Corrado nella giunta regionale del Lazio è avvenuto senza un passaggio preventivo sulla piattaforma Rousseau. Vuol dire che la volontà politica ha fatto la differenza. Così come uno degli obiettivi, la decarbonizzazione del Lazio nel 2050, testimonia l'importanza anche strategica delle deleghe alla Transizione ecologica.

C'è poi la foto di gruppo. Indicativa. C'è Mauro Buschini, presidente del consiglio regionale. Non fa parte della giunta, ma il fatto che ci sia ne tratteggia il ruolo politico esercitato in questi anni. Da capogruppo del Pd prima e da presidente dell'aula dopo. È tra i costruttori dell'intesa tra Pd e Cinque Stelle. Ha detto: «Il Movimento Cinque Stelle è ufficialmente in maggioranza nella Regione Lazio. Lo vivo come un grande atto di coerenza, come l'inizio di una nuova stagione politica, come una sfida per cambiare la politica e renderla sempre più vicina alle persone. È la dimostrazione che si poteva e si può fare, che la condivisione, il dialogo, l'ascolto non sono slogan, ma uno stile, un metodo, un'idea della politica soprattutto quando ci si confronta con chi ha idee diverse dalle tue».

Mentre il vicepresidente Daniele Leodori parla di «Regione più forte, punto di riferimento per il Paese».
Il centrodestra, invece, attacca. Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fratelli d'Italia, nota: «Ma non era il Governatore Zingaretti a ribadire "mai con i Cinque Stelle"? L'ingresso di due esponenti del Movimento nella giunta Pd alla Regione Lazio ha il sospetto di un'alleanza Frankenstein. Un accordo di palazzo bello e buono».

Per Giancarlo Righini, consigliere regionale di Fratelli d'Italia, «serve un passaggio in aula». Dice: «Gli apriscatole con cui dovevano scoperchiare l'aula della Pisana li hanno messi nel cassetto, ora i pentastellati preferiscono il risiko delle poltrone. Con questo asse fanno carta straccia della volontà degli elettori».

Evidente che l'ingresso dei Cinque Stelle nella giunta regionale del Lazio può essere visto anche nella chiave delle prossime comunali di Roma. Nicola Zingaretti continua a smentire ipotesi di una sua candidatura a sindaco della Capitale. Di certo però non potrebbe confermarla adesso.

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