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Vi spieghiamo cos'è il NAIRU, sempre se vi interessa

Vi spieghiamo cos'è il NAIRU, sempre se vi interessa

Vi spieghiamo cos'è il NAIRU, sempre se vi interessa

Nell'ultimo articolo pubblicato su questo blog, avevamo detto che avremmo approfondito alcune specifiche dichiarazioni del deputato Alfredo D'Attore (Il video in questione è già stato pubblicato l'altra volta, ve lo riproponiamohttps://www.youtube.com/watch?v=qEXk_26yyKw).

Intorno al minuto 1.30 D'Attorre accenna alla “disoccupazione strutturale”. Questo parametro è più precisamente conosciuto attraverso una definizione differente, in inglese, che oggi tutti indicano con un acronimo. L'acronimo è NAIRU, e sta per “Not accelerating inflation rate of unemployment”. Vuol dire “Tasso di disoccupazione che non genera aumento dell'inflazione.

State calmi, presto capirete benissimo di cosa sto parlando.

Secondo l'economia neo-classica esiste un tasso di disoccupazione naturale. Viene considerato un livello “naturale” di disoccupazione quello che mantiene l'economia in condizioni stabili, cioè per i neo-classici a un grado stabile di inflazione. Ne consegue che - al permanere del Nairu - l'inflazione effettiva è uguale a quella prevista.

Fin qui tutto chiaro no? Sembra proprio una cosa positiva questo Nairu! Ma in realtà non è privo di controindicazioni; in primis c'è il problema secondo cui, pur di tenere sottocontrollo l'inflazione, sono sacrificati molti individui ai quali verrebbe intenzionalmente precluso un lavoro. In secondo luogo, e qui state attenti, vi è un aspetto teorico che molti non conoscono ma che è assai trattato in economia: tanti studi dimostrano infatti che all'aumento dell'inflazione corrisponde un aumento dell'occupazione. In altre parole a un'inflazione moderata ma abbastanza alta si associa un'occupazione sostenuta. Quanto vi ho appena detto è stato osservato dall'economista Alban William Phillips (1914-1975), il quale poi ha teorizzato la sua scoperta delineando la celeberrima “Curva di Phillips” (https://it.wikipedia.org/wiki/Curva_di_Phillips).

Le intuizioni di Phillips sono empiricamente confermate anche dalla storia economica dell'Italia, un Paese che ha avuto inflazione a due cifre per quasi tutti gli anni '70 ma che in quel decennio ha fatto registrare il picco massimo di disoccupazione nella misura del 7%, un numero più che accettabile e impensabile oggi.

Phillips ci mostra chiaramente che l'inclusione sociale ha un prezzo, ma non è affatto scontato che questo “prezzo” non si debba pagare e che soprattutto non si sia in grado di sostenerlo.

Se siete riusciti a seguire il discorso fino a qui, forse vi starete chiedendo qual è stimato essere il Nairu dell'Italia. Tranquilli, a dircelo ci ha già pensato l'Unione Europea, e D'Attorre questo ce lo svela nel video. Secondo i calcoli di Bruxelles, il nostro Nairu oscilla tra il 10% e il 12%. Eh sì, avete capito bene Pare che la nostra disoccupazione “naturale” non possa essere sotto il 10%, il Governo ha recepito e infatti ha indicato tale parametro nel DEF del 2015. Ora giudicate voi se un tasso di disoccupazione che non può essere minore del 10% è accettabile. Noi crediamo proprio di no. Del resto quanto sia duro e pericoloso convivere con certe condizioni, quasi prestabilite e immodificabili politicamente, lo percepite voi stessi nel quotidiano.

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