Spazio satira
Chiesa
09.05.2025 - 08:26
La Chiesa cattolica ha un nuovo pontefice: il cardinale statunitense Robert Francis Prevost, 69 anni, è stato eletto papa con il nome di Leone XIV, il primo nordamericano a salire al soglio pontificio. Alle 18.07, il silenzio carico di attesa in piazza San Pietro è stato rotto da una fumata bianca che ha messo fine a due giorni di Conclave. La fumata, giunta dopo il quarto scrutinio, ha subito acceso di entusiasmo la folla che, nonostante la pioggia, aveva riempito la piazza fin dalle prime ore del pomeriggio. Campane a festa, applausi e lacrime hanno accompagnato l’annuncio ufficiale del cardinale protodiacono Dominique Mamberti: «Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam!».
Dopo qualche minuto di attesa, seguito dai cori della folla che invocava il nuovo pontefice, Leone XIV si è affacciato dalla loggia centrale della basilica di San Pietro. Il suo volto sereno e la voce ferma hanno dato inizio a un pontificato che promette di essere segnato da sobrietà, dialogo e impegno missionario: «Fratelli e sorelle, questo è il primo saluto del Cristo risorto. Il buon pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio. Anche io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore e raggiungesse le vostre famiglie. A tutte le persone, a tutti i popoli, a tutto il mondo: la pace sia con voi. Ringrazio i miei confratelli cardinali per la fiducia – ha proseguito – e affido questo momento allo Spirito Santo che guida la Chiesa in ogni tempo. Sono un figlio della Chiesa che ha camminato tra i popoli, soprattutto in America Latina, e oggi vengo a servire non come maestro, ma come pellegrino insieme a voi».
Poi il ringraziamento a Papa Francesco: «Conserviamo ancora nelle nostre orecchie quella voce debole ma sempre coraggiosa di Bergoglio che dava la sua benedizione a Roma e al mondo intero la mattina del giorno di Pasqua. Consentitemi di dar seguito a quella stessa benedizione, Dio ci vuole bene, ci ama tutti e il male non prevarrà. Siamo tutti nelle mani di Dio. Pertanto, senza paura, uniti mano nella mano con Dio e tra di noi andiamo avanti. Siamo discepoli di Cristo, Cristo ci precede, il mondo ha bisogno della sua luce».
In un gesto toccante, Leone XIV ha voluto dedicare un pensiero alla sua amata diocesi peruviana, dove ha servito per anni come missionario e vescovo: «Ai fratelli e alle sorelle del Perú, che porto nel cuore, dico: Gracias por ensenaeme a amar con sencillez y fe». Non è mancato poi l’appello alla Chiesa: «Dobbiamo cercare di essere insieme una Chiesa missionaria, che costruisce ponti e dialogo, sempre aperta a ricevere, come questa piazza, con le braccia aperte, tutti coloro che hanno bisogno della nostra carità, della nostra presenza, del dialogo e dell’amore. A tutte voi, fratelli e sorelle, di tutta Italia e di tutto il mondo, vogliamo essere una Chiesa sinodale, che cammina, che cerca sempre la pace, la carità, di essere vicina a coloro che soffrono. Oggi, il giorno della supplica alla Madonna di Pompei, nostra madre Maria vuole sempre camminare con noi, stare vicina, aiutarci con la sua intercessione e il suo amore».
La prima preghiera recitata dal nuovo pontefice è stata l’Ave Maria: «Vorrei pregare insieme a voi, preghiamo insieme per questa nuova missione, per tutta la Chiesa, per la pace nel mondo. Chiediamo a Maria nostra madre questa grazia speciale». Infine, prima di fare rientro nella basilica di San Pietro, Papa Leone XIV ha impartito la sua prima benedizione apostolica “Urbi et Orbi”. Poi, dopo un ultimo saluto, si è congedato, accompagnato da un lunghissimo applauso dei fedeli. La decisione è maturata in tempi relativamente brevi. Dopo uno scrutinio infruttuosi nella giornata di mercoledì e due nella mattinata di ieri i cardinali riuniti in Conclave hanno trovato nel nome di Prevost una sintesi tra fedeltà alla tradizione e apertura al mondo. Prefetto del Dicastero per i Vescovi fino alla morte di Papa Francesco, Prevost era considerato da molti un uomo di profonda spiritualità e solida esperienza pastorale.
Nel suo primo discorso da eletto, Leone XIV ha rotto con la tradizione recente scegliendo di leggere un testo scritto, anziché parlare a braccio come avevano fatto i suoi predecessori immediati. Una scelta che segnala un approccio più riflessivo e misurato alla parola pubblica.
Ma la vera novità è stata la lingua: per la prima volta un Papa ha parlato in due lingue nel suo saluto inaugurale. Accanto all’italiano, infatti, Leone XIV ha voluto esprimersi anche in spagnolo. Un gesto simbolico potente, che apre il suo pontificato all’internazionalità e al mondo latino-americano, oggi parte centrale della vita della Chiesa. L’elezione di Leone XIV rappresenta un segnale importante: la Chiesa guarda sempre più ai temi della missione, della giustizia sociale e del dialogo tra le culture. Il nuovo Pontefice raccoglie un’eredità impegnativa, quella lasciata da Papa Francesco, ma sembra già intenzionato a proseguirne il cammino con voce propria. Mentre le campane risuonano e le luci di San Pietro illuminano Roma, milioni di fedeli si uniscono in preghiera per il nuovo Papa. La Chiesa è pronta a scrivere una nuova pagina. Da oggi sotto la guida di Leone XIV.
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