Spazio satira
Lo scenario
06.11.2024 - 13:56
Ad un passo dalla crisi politica. Conclamata. Alla Regione Lazio la situazione sta precipitando e il presidente Francesco Rocca è pronto ad azzerare la giunta. Sarebbe un punto di non ritorno.
In mattinata è saltata la seduta della commissione bilancio, alla quale non hanno partecipato i consiglieri di Forza Italia. Facendo quindi venir meno il numero legale. Un appuntamento particolarmente importante, perché si doveva affrontare il tema del bilancio consolidato per l’esercizio 2023. Un vero e proprio strappo quello degli “azzurri”, arrivato dopo il no di Fratelli d’Italia a cedere la delega alla vicepresidenza, nelle mani di Roberta Angelilli.
Anche se dagli "azzurri" emerge che le assenze di oggi erano determinate in realtà dalla possibilità di svolgere comunque la seduta di commissione domani. E per Forza Italia il termine ultimo per definire la verifica scade domenica.
A margine di un evento presso l’Università di Tor Vergata, è stato proprio Rocca a far sapere che l’opzione dell’azzeramento della giunta e della successiva redistribuzione delle deleghe a questo punto è sul tavolo. Come extrema ratio, ma è sul tavolo. Domani è in programma l’ennesima seduta del consiglio regionale per l’approvazione del Defr. Ed era stato proprio Rocca a prendere l’iniziativa per chiudere una vicenda che si trascina da oltre tre mesi. Una soluzione sembrava vicina. Questo lo schema che era circolato: vicepresidenza della giunta e urbanistica a Forza Italia. Più un’altra delega agli “azzurri”, tra protezione civile e cinema.
Ma la quadratura non c’è stata e anzi si è registrata l’ennesima fumata nera. Forza Italia è tornata ventilare l’ipotesi dell’appoggio esterno, che significherebbe il ritiro degli “assessori”. Una frattura difficilmente recuperabile che investirebbe l’intero centrodestra. Considerando il peso politico del Lazio nello scacchiere della coalizione. Ed è evidente che in questo ore il tema arriverà all’attenzione di Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini. Intanto però alla Regione il tavolo è saltato. E i nervi pure, considerando quello che è stato detto nei corridoi dell’ente.
Forza Italia rivendica l’attribuzione della vicepresidenza per dare sostanza alla crescita della rappresentanza a livello di consiglio: da 3 a 7 esponenti, 8 se si considera l’intergruppo con Noi Moderati. Ma all’interno degli “azzurri” ci sono anche problemi di equilibri. Perché per il segretario nazionale Antonio Tajani il ruolo di vicepresidente non potrebbe che essere attribuito a Luisa Regimenti. Ma a quella carica ambisce anche Pino Cangemi, vicinissimo al senatore Claudio Lotito. In ogni caso va considerato che a condurre le trattative politiche c’è da mesi il senatore Claudio Fazzone, coordinatore degli “azzurri” nel Lazio. E non è pensabile che possa essere Fazzone a fare passi indietro. A lui fanno riferimento l’assessore Giuseppe Schiboni e altri esponenti che potrebbero entrare in giunta qualora si procedesse a dei cambi. In primis Alessandro Calvi e Giuseppe Simeone. Ma dalle indiscrezioni che filtrano più di qualche consigliere “azzurro” vorrebbe essere tenuto in considerazione come possibile assessore.
Sul versante di Fratelli d’Italia la posizione dell’onorevole Paolo Trancassini, coordinatore regionale del partito, è stata chiara dal primo momento. FdI non vede per quale motivo dovrebbe mettere in conto un ridimensionamento delle deleghe, essendo il primo partito e avendo il gruppo più numeroso (22 consiglieri).
Poi c’è la Lega, che è rimasta con un solo consigliere (all’inizio ne aveva 3). Sia il sottosegretario Claudio Durigon che il segretario regionale Davide Bordoni insistono sul fatto che va tenuto presente il risultato elettorale e non gli assetti attuali determinati da passaggi da un gruppo all’altro. In questo contesto è complicatissimo trovare un’intesa o un punto di caduta condiviso. Infatti le possibilità di ricucire lo strappo sembrano ormai ridotte al minimo, salvo un colpo di coda clamoroso nelle prossime ore.
E’ evidente che un azzeramento della giunta con una successiva redistribuzione delle deleghe rivoluzionerebbe il quadro anche politico. E a quel punto la Lega, con un solo consigliere, rischierebbe di restare con un solo assessore.
Le opposizioni attaccano. Daniele Leodori, Mario Ciarla ed Emanuela Droghei (Pd) rilevano: “Stamattina alla Pisana è saltata anche la commissione bilancio convocata alle 11 per approvare, tra gli altri provvedimenti, un atto fondamentale come il bilancio consolidato 2023 della Regione Lazio. La presunta unità della maggioranza si infrange. Lacerata da mesi da uno scontro interno senza soluzione, la maggioranza è ormai contro se stessa e non più in grado di governare la Regione”.
Adriano Zuccalà, capogruppo del Movimento Cinque Stelle, afferma: “Oggi è saltata la commissione bilancio, cosa dobbiamo aspettarci per il consiglio domani? La crisi è più lontana che mai dall’essere superata e i cittadini sono gli unici a pagare il prezzo di questo gioco al massacro”.
Alle elezioni di febbraio 2023 sia Forza Italia che la Lega avevano eletto 3 consiglieri. Entrambi i partiti hanno indicato 2 assessori. Poi il panorama è cambiato. Gli “azzurri” sono passati da 3 a 7 esponenti. Ai tre eletti (Giorgio Simeoni, Fabio Capolei e Cosmo Mitrano) si sono aggiunti prima Marco Colarossi e Roberta Della Casa, provenienti dal Movimento Cinque Stelle. Poi Angelo Tripodi, eletto nella Lega. Quindi Pino Cangemi (sempre del Carroccio), vicepresidente del consiglio regionale del Lazio. Si arriva a quota 8 considerando l’intergruppo con Noi Moderati di Nazzareno Neri. Gli assessori “azzurri” sono Luisa Regimenti e Giuseppe Schiboni. La Lega invece è rimasta con un solo consigliere, Laura Cartaginese. A febbraio 2023 ne aveva eletti 3. Per il Carroccio in giunta ci sono Pasquale Ciacciarelli e Simona Baldassarre.
Adesso, con la spada di Damocle dell’azzeramento della giunta, la crisi politica alla Regione rischia di travolgere il centrodestra.
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