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Stellone addio: l'annuncio ad un anno
dalla festa per la promozione

Stellone addio: l'annuncio ad un anno <br>dalla festa per la promozione

Frosinone Calcio

Stellone addio: l'annuncio ad un anno
dalla festa per la promozione

Come annunciato venerdì dalle colonne del nostro giornale, il matrimonio tra il Frosinone Calcio e Roberto Stellone è finito. In settimana il tecnico lo aveva comunicato alla squadra e ieri in tarda serata il club del presidente Maurizio Stirpe lo ha decretato in maniera ufficiale. Lo ha fatto a poche ore da una ricorrenza storica: un anno dalla promozione in A.

Non era lunedì, bensì il terzo sabato del mese mariano che è già passato alla storia del calcio ciociaro, restandovi impresso a caratteri di fuoco. Il Frosinone si svegliò quel pomeriggio quasi incredulo dopo aver superato con il risultato di tre a uno il Crotone (gol di Daniel Ciofani e doppietta di Federico Dionsi) e si ritrovò in serie A. Si parlò di favola, ma mai promozione fu tanto meritata e costruita nel tempo. Tre campionati di Prima Divisione, con il terzo che si concluse con il salto nella serie cadetta. Tappa importante per il salto nella massima serie con lo stesso impianto di squadra, potenziato con alcuni indovinati innesti, e con lo stesso allenatore in veste di predestinato per fare rapida carriera.

La città divenne un enorme dipinto di giallo e azzurro, i suoi abitanti accolsero i loro campioni tutti nominati cittadini onorari di un capoluogo che, finalmente, veniva additato come centro fortunato di un miracolo sportivo, dopo essere stato abituato a vedersi relegato nei bassifondi di tutte le graduatorie possibili ed immaginabili. In serie A il Frosinone ha cercato anche di conquistarsi un posto contro tutto e contro tutti. Venne additato allora come uno scomodo intruso in un mondo che alla meritocrazia anteponeva altri titoli di natura diversa e, comunque, necessari per garantirsi la sopravvivenza.

Alla fine i canarini hanno vinto otto partite (due anche in trasferta), ne hanno pareggiate sette (anche contro Juventus, Inter, Fiorentina e Lazio) e se non sono riusciti a difendere la serie A, conquistata con il sudore della fronte, la colpa non è la loro. Oggi, 365 giorni dopo quel fantastico sabato di metà maggio, la squadra si ritrova in serie B. Ma non ci sono stati, né ci saranno, funerali di sorta. Al San Paolo di Napoli, come d'altra parte al “Comunale” sei giorni prima e durante tutto l'arco del torneo, i tifosi canarini hanno fatto festa, ricevendo da ogni parte attestati di civiltà sportiva. Se dalla Campania sono tornati nauseati è solo perché sono stati trattati, la maggior parte di loro, donne comprese, come delinquenti con tanto di foto segnaletiche scattate nel momento in cui sono scesi dagli autobus o dalle macchine. Momenti che resteranno sempre nella mente e che, purtroppo, sono stati vissuti nei dintorni di Napoli, sabato pomeriggio, prima della partita.

Da domani, per fortuna, si comincerà a pensare al futuro. Alla formazione che dovrà giocare di nuovo in serie B e al suo nuovo allenatore. Nel segno della continuità. Almeno si spera. Un continuità che, però, non prevede più Roberto Stellone alla guida tecnica.

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