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Ferentino

Il Teatro Romano torna a vivere

Ieri l'inaugurazione. Quasi due milioni di euro sono stati investiti dall’avvio dei lavori, ormai tredici anni fa, di cui un milione e seicentocinquantamila provenienti dal Ministero della Cultura

Dodici metri di altezza e cinquantaquattro metri di diametro: è questo lo spazio che occupa il Teatro romano, fiore all’occhiello per la città di Ferentino. Nonché una “pagina di storia” che torna finalmente ad essere sfogliata, letta e scoperta in tutta la sua bellezza. Tutto questo grazie anche all’impegno dell’amministrazione comunale, dal 2012 in prima linea per il restauro di questo prezioso cimelio. Quasi due milioni di euro sono stati investiti dall’avvio dei lavori, ormai tredici anni fa, di cui un milione e seicentocinquantamila provenienti dal Ministero della Cultura, guidato allora da Dario Franceschini.

Scoperto nel 1923 dall’archeologo Alfonso Bartoli, il teatro romano è stato costruito all’epoca dell’imperatore Traiano, nel II secolo d.C.: quasi duemila anni di storia sono trascorsi dalla fondazione di quello che oggi rappresenta un unicum del patrimonio artistico e storico dell’area dei Monti Ernici. Anni, secoli e millenni, riconsegnati finalmente alla memoria e all’immortalità. Ieri pomeriggio, infatti, è stato tagliato il nastro che ha inaugurato ufficialmente l’apertura del complesso architettonico alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura, alla Sovranità Alimentare e al Bilancio, Giancarlo Righini, l’assessore regionale all’Urbanistica Pasquale Ciacciarelli, il sindaco Piergianni Fiorletta e l’amministrazione comunale. Presenti alla cerimonia il direttore dell’Agenzia del Demanio Alessandra Dal Verme, il presidente di Ales Fabio Tagliaferri e i sindaci delle città fortificate. Nonché il presidente Archeoclub di Ferentino, Antonio Ribezzo, insieme alle più alte cariche militari e civili del territorio. Ad aprire la cerimonia, in particolare, il convegno di presentazione “Il recupero dell’antico Teatro romano di Ferentino”, questo tenutosi nella suggestiva chiesa di Santa Lucia e durante il quale è stato reso omaggio a tutti coloro che hanno contribuito al recupero e alla manutenzione del sito: il dottor Alessandro Betori, attualmente alla Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Frosinone e Latina; Chiara Delpino, responsabile unico del progetto e attualmente alla direzione della Sabap per le province di Chieti e Pescara; l’architetto Lorenzo Mattone, direttore dei lavori, e il progettista Paolo Culla. Nonché il responsabile dell’ufficio tecnico comunale, l’ingegnere Carlo Perciballi, l’architetto Maria Grazia Filetici e le dottoresse Chiara Arrighi, restauratrice, e Emmanuela Caserta, archeologa.

«Restituire il Teatro romano alla comunità è una grande vittoria per tutta l’amministrazione comunale» ha dichiarato il sindaco Fiorletta. Anche l’assessore regionale al Bilancio Righini ha voluto sottolineare l’importanza di questo importante cimelio come input per il turismo: «Ciò che più mi ha colpito è stato sapere ci si preoccupava di come scongiurare il rischio di spopolamento dei centri minori. Che quest’opera possa andare in questa direzione: garantire l’attrattività di turisti, e noi ci impegneremo garantendo presenza ed economia per il territorio». Sul merito è intervenuto anche l’assessore regionale all’Urbanistica Ciacciarelli che ha annunciato pubblicamente l’approvazione di un nuovo testo di legge per la nascita di nuovi sette porti nel Lazio. Ha poi aggiunto: «Ciò che ritengo fondamentale è non assuefarsi mai alla bellezza che ci circonda nel nostro territorio. Bisogna credere di più nei tesori che la Ciociaria offre. Per questo, la Regione Lazio – ha concluso Ciacciarelli – continuerà a promuovere iniziative culturali con lo scopo di arricchire la nostra anima ma, soprattutto, di avvicinare i giovani alla cultura». Ripercorrendo le tappe dell’opera di manutenzione del monumento, il soprintendente Betori ha aggiunto: «La funzionalizzazione degli edifici antichi non è solo una questione di restauro: è importante che anche gli edifici antichi siano ospitabili. Per questo motivo, nel rispetto della “filologia” del monumento, ovvero della sua struttura originaria, abbiamo adeguato l’ingresso della struttura anche a chi ha difficoltà motorie».

«Noi in quanto italiani ci siamo distinti nel mondo come popolo di innovatori. L’invito di oggi è quello di continuare ad esserlo», ha detto il direttore dell’Agenzia del Demanio Dal Verme. Tra gli interventi anche quello del responsabile unico ai lavori Delpino che ha aggiunto: «L’intento del lavoro non era solo riscoprire il teatro, ma era soprattutto puntare alla rifunzionalizzazione di questo importante cimelio che deve tornare a essere un luogo di spettacoli».

A prendere la parola, poi, il presidente di Ales Fabio Tagliaferri: «Contribuiremo a fare di Ferentino e di tutte e quattro le città fortificate un gioiello degno di nota per il rilancio del turismo locale e anche nazionale». Durante la cerimonia, non è mancato l’omaggio al compianto Bruno Astorre, uomo delle istituzioni che ha dedicato la vita alla città gigliata. A parlare in suo nome la moglie, Francesca Sbardella: «È sempre bello ma allo stesso tempo difficile parlare di Bruno. Al di là del dolore e della sua assenza, il fatto che non sia stato dimenticato significa che i semi che ha gettato nella sua vita sono diventati bei frutti».
Ospite d’eccezione, infine, il pianista jazz Danilo Rea che ha accompagnato la serata con un grande spettacolo musicale.

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