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Economia

Bar e ristoranti distrutti dal covid: Fipe e Confcommercio chiedono misure tempestive

Richieste scelte rapide per tale comparto, uno dei motori dell'economia nazionale, con oltre 50 miliardi di fatturato diretto e l'impiego di un milione e 200mila addetti

Il presidente di Fipe-Confcommercio Lazio Sud, Italo Di Cocco, definisce l'attuale emergenza sanitaria da Covid-19 «una crisi che sta sconvolgendo le nostre vite e il nostro Paese». Una situazione che, dopo avere imposto la chiusura totale dei pubblici esercizi, ora «richiede scelte rapide e tempestive per il comparto dei bar e ristoranti, uno dei motori dell'economia nazionale, con oltre 50 miliardi di fatturato diretto e l'impiego di un milione e 200mila addetti», specifica il presidente Fipe.

Dunque, servono misure concrete e immediate a favore del settore. Anche perchè, come ricorda Di Cocco, «la nostra Federazione Nazionale, che riunisce 300mila imprese, si è espressa in maniera critica rispetto all'ultimo decreto sulla "liquidità"». Un giudizio negativo al quale si aggiungono le parole del presidente di Confcommercio Lazio e Lazio Sud, Giovanni Acampora: «Sono d'accordo con la valutazione della Fipe Confcommercio.

Occorrono strumenti eccezionali per situazioni eccezionali come questa, soprattutto a sostegno di un comparto come quello dei pubblici esercizi, duramente colpito dal blocco totale imposto dal Coronavirus.
Le misure del Governo si rivelano utili per una piccola platea di imprenditori, quelli decisi a chiedere prestiti sotto i 25mila euro. Mentre per bar e ristoranti permangono i problemi. Infatti, chi chiederà cifre superiori ai 25mila euro dovrà compiere diversi passaggi e rischia di aspettare ancora».

Le due associazioni fanno notare che se venisse confermata la semplificazione del credito da parte del Fondo centrale di garanzia, bisognerebbe dare tempo alle banche di svolgere le istruttorie. Un lavoro che richiede ulteriore tempo, visto che anche gli istituti di credito hanno problemi di organico. E tale prospettiva rischia di penalizzare soprattutto i pubblici esercizi, che hanno già perso oltre 22 miliardi di euro nel 2020.

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