Spazio satira
Il punto
03.04.2020 - 12:30
«Quando vedremo tutto con la moviola sarà semplice.
Ora invece è complicato. Certamente a gennaio si sono registrate diverse polmoniti atipiche, ma in questo momento è impossibile dire se fossero già collegate al Coronavirus. Però lo verificheremo. Anzi, lo stiamo già facendo». A parlare è Fabrizio Cristofari, presidente provinciale dell'ordine dei medici. Che il focolaio italiano del Coronavirus covasse sotto la cenere «almeno dalla metà di gennaio» è ormai un elemento assodato.
Una conclusione sulla quale lavora e studia da settimane la task force di epidemiologi, ricercatori, forze dell'ordine e inquirenti a Milano e dentro la zona rossa.
Ma c'è anche dell'altro. Uno studio italiano, firmato da scienziati dell'Università Statale di Milano e trasmesso all'Oms, dice chiaramente che la circolazione del nuovo Coronavirus in Cina è cominciata diverso tempo prima rispetto ai primi casi di "polmonite misteriosa" individuati nel Paese asiatico.
Un'indagine epidemiologico-molecolare sulle origini del Covid-19, effettuata su 52 genomi virali completi del patogeno. Indagine dalla quale è emerso quanto segue: «L'origine dell'epidemia da Sars-CoV-2 può essere collocata tra la seconda metà di ottobre e la prima metà di novembre 2019, quindi alcune settimane prima rispetto ai primi casi di polmonite identificati».
In Italia i riflettori sono concentrati sul mese di gennaio.
Chiediamo a Cristofari: è possibile che ci siano state anche in Ciociaria patologie e perfino morti "fantasma" che erano già legate al Coronavirus? Il presidente dell'ordine dei medici spiega: «Da escludere che questo tipo di situazione, cioè la circolazione del virus, fosse già presente a novembre. A gennaio è diverso, perché sicuramente in quel mese ci sono state molte polmoniti atipiche. Ricollegarle al Covid-19 ora non è possibile, ma è un lavoro di approfondimento che stiamo già facendo».
Come? Rileva Cristofari: «Stiamo raccogliendo dati e situazioni, con il contributo prezioso dei radiologi. Quando sarà terminato questo "pressing" pazzesco sulle strutture sanitarie, saremo nelle condizioni di dedicarci a questo tipo di aspetto. Ricostruendo le tappe del Coronavirus in provincia. Verrà fatto in Italia, noi stiamo già procedendo in Ciociaria. Ci sono state delle patologie inconsuete delle vie respiratorie. Qualche prima avvisaglia perfino tra Natale e Capodanno. Per quanto riguarda le polmoniti atipiche, lo studio verte anche sull'utilizzo degli antibiotici. Perché gli antibiotici combattono i batteri, ma non i virus».
Il ragionamento di Cristofari è questo: se l'uso degli antibiotici non ha contrastato efficacemente alcune polmoniti è perché le stesse potevano essere di origine virale. Aggiunge il presidente dei medici: «Il dato certo è che, soprattutto da metà gennaio in poi, abbiamo assistito ad un aumento delle patologie respiratorie. Aumento che naturalmente classificavamo come delle complicazioni dell'influenza stagionale. Vedremo al termine dello studio quali saranno i risultati. Aggiungo pure che anche adesso stiamo cercando non soltanto il Covid-19 ma pure la presenza di altri batteri e virus che attaccano il sistema respiratorio. Per associare e confrontare i dati.
Faccio un esempio: uno stesso soggetto che ha contratto il Coronavirus può risultare negativo al tampone e positivo alla Tac. Al momento c'è una sola certezza, niente affatto secondaria però: un numero importante di polmoniti atipiche registrate a gennaio, soprattutto dalla seconda metà del mese in poi. Anche con tempi lunghi di guarigione». Insomma, che il Covid-19 circolasse in Ciociaria prima dell'esplosione della curva dei contagi è già più di un'ipotesi.
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