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La cronaca

Spaccio di cocaina in barba al coronavirus: pusher scoperto e arrestato

Un insospettabile è stato fermato per i controlli contro il virus: nell'auto aveva alcune dosi, a casa il resto per oltre 64 grammi. S'indaga su provenienza e destinatari

È proprio vero che il mercato della droga non conosce crisi. E anche in tempo di emergenza sanitaria, c'è chi continua a portare avanti i suoi affari... illeciti.  Anche i carabinieri, però, non arretrano di un passo. Anzi, con la stretta imposta dal nuovo decreto per contenere la diffusione del Coronavirus, i controlli sono a dir poco raddoppiati.

Proprio in uno dei posti di blocco predisposti su tutto il territorio è incappato un operaio di 35 anni di Piedimonte, fermato in una zona differente dalla sua residenza. Alle stringenti domande dei carabinieri della locale stazione - della Compagnia di Cassino, guidata dal capitano Ivan Mastromanno - l'operaio non ha fornito alcuna plausibile spiegazione e il suo comportamento ha destato non pochi sospetti nei militari. Dalla perquisizione personale e veicolare sono saltati fuori oltre 5 grammi di cocaina, contenuti in involucri termosaldati, nascosti in una rientranza dello sportello della vettura. Mentre nel suo portafogli venivano trovati 2.845 euro, somma ritenuta il profitto dell'illecita attività.

L'ispezione è stata quindi estesa alla sua abitazione. In camera da letto i militari hanno trovato altri due involucri contenenti rispettivamente 57,70 e 0,740 grammi della stessa sostanza, nonché un bilancino di precisione e del materiale utile al confezionamento delle dosi. Tutto il materiale e lo stupefacente sono stati sequestrati, confermando che il mercato della droga non conosce davvero stop né crisi. Il trentacinquenne è stato arrestato e trasferito in carcere per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Quindi è stato denunciato a piede libero per l'accertata inosservanza al Dpcm del 9 marzo in materia di contenimento del contagio da Covid-19.

Indagini aperte per capire a chi quelle dosi già pronte fossero destinate, perché l'operaio abbia rischiato tanto ben sapendo di poter incappare nei controlli, notoriamente raddoppiati. E, ovviamente, anche la provenienza dello stupefacente.

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