Spazio satira
Lotta al virus
15.03.2020 - 15:00
A maggio il via ai test sugli animali, subito dopo quelli sull'uomo e poi, se tutto andrà liscio, via alla produzione su larga scala. È corsa contro il tempo, a Pomezia, per la realizzazione del vaccino contro il nuovo Coronavirus: gli esperti della Advent Srl ossia il comparto della Irbm che si occupa di vaccini stanno lavorando insieme allo Jenner Institute dell'università di Oxford proprio per creare un antidoto per il Covid-19 che sta spaventando il mondo intero e che proprio a Pomezia, per quanto riguarda il Lazio, ha visto un numero piuttosto consistente di casi.
Su queste colonne, l'otto febbraio scorso, ossia quando l'emergenza Coronavirus non aveva ancora toccato i territori a sud di Roma, avevamo evidenziato la nuova sfida della Irbm: dopo il vaccino anti-ebola, infatti, il prodotto contro il Coronavirus potrebbe essere un altro incredibile risultato raggiunto da una eccellenza mondiale nel campo della biotecnologia molecolare. I tempi di lavoro sono abbastanza contingentati e, in una dichiarazione rilasciata all'Ansa, il presidente di Irbm nonché Ceo di Advent e Ad del Consorzio Cnccs Piero Di Lorenzo ha fornito una tempistica sulla sperimentazione, che si trova in fase davvero avanzata: «Pensiamo già a maggio di iniziare i test sugli animali e subito dopo sull'uomo ha dichiarato Di Lorenzo all'Ansa -. Questo vaccino è in pole position perché riunisce due expertise già validate».
E le expertise di cui parla il presidente della Irbm sono proprio la sua azienda e lo Jenner Institute dell'università di Oford: I cinesi a dicembre hanno isolato e sequenziato il virus e subito la Oxford University, esperta sui Coronavirus e che ha messo a punto il vaccino anti-mers in sperimentazione in Arabia Saudita ha aggiunto Di Lorenzo -, ha sintetizzato il gene della proteina spike che crea il contagio. Il gene della proteina sintetizzato per entrare nell'organismo ha però bisogno del veicolo». E quest'ultimo è un adenovirus, «cioè virus di un raffreddore depotenziato che lo porta nell'organismo - conclude Di Lorenzo nella sua dichiarazione rilasciata all'Ansa -. È esattamente la piattaforma usata nel vaccino anti-ebola che abbiamo messo a punto nei nostri laboratori».
A inizio febbraio, la collaborazione fra l'università di Oxford e l'azienda di Pomezia era stata commentata positivamente da Sarah Gilbert, dello Jenner Institute: «Nuovi agenti patogeni come quello di nCoV-19 richiedono un rapido sviluppo del vaccino. Usando una tecnologia nota per aver funzionato bene contro un altro Coronavirus, possiamo ridurre il tempo necessario per prepararci alla sperimentazione clinica». Ed è proprio quello che sta accadendo.
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