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Ore cruciali

Coniugi intossicati da funghi velenosi: non sono ancora fuori pericolo

I medici del policlinico romano attendono di capire se le lesioni al fegato sono tali da rendere necessario il trapianto. Restano sotto stretta osservazione

Sono tenuti sotto stretta osservazione i coniugi di Ferentino, 72 anni lui e 64 lei, che mercoledì scorso hanno mangiato la temibile Amanita phalloides, tra i funghi più tossici che esistano. La loro condizione è stabile anche se non sono ancora fuori pericolo. Potrebbero avere bisogno del trapianto di fegato, l'organo maggiormente colpito in questo tipo di avvelenamento insieme ai reni.

Marito e moglie hanno raccolto quelli che pensavano essere funghi commestibili non lontano da casa, scambiandoli per ovuli. Li hanno mangiati a pranzo e, come spesso accade in questo tipo di intossicazione, hanno cominciato ad avvertire i primi sintomi a distanza di molte ore, intorno a mezzanotte. Dolori gastrointestinali sempre più forti fino a quando, verso le 4 del mattino, hanno chiamato il 118.
L'ambulanza li ha raggiunti e li ha portati al pronto soccorso dello Spaziani di Frosinone dov'è subito scattata la procedura per avvelenamento da funghi.
Mentre i medici sottoponevano i due pazienti al trattamento di depurazione attraverso un sondino nasogastrico in stretto contatto con il centro antiveleni dell'Umberto I di Roma, i micologi della Asl Claudio Berna ed Enrico Di Michele esaminavano i funghi; un parente dei due coniugi, infatti, aveva portato in ospedale alcuni esemplari di quelli raccolti non cotti. Immediata la classificazione: Amanita phalloides, appunto.

Da qui la decisione di trasportare in elicottero i coniugi al centro trapianti del policlinico romano, dove restano attentamente monitorati. Si tratta infatti di valutare le loro condizioni a distanza di 72 ore dall'ingestione dei funghi attraverso il dosaggio di particolari enzimi epatici e l'esame della coagulazione del sangue. Verosimilmente,solo nella giornata di oggi i medici potranno esprimersi sull'eventuale necessità del trapianto di fegato.

«Questo tipo di fungo velenoso non è affatto raro nelle nostre zone, lo si trova con la stessa frequenza degli ovuli e può essere scambiato per questi ultimi - spiega il dottor Carlo Berna,coordinatore dell'Ispettorato micologico del Servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione del Dipartimento di prevenzione della Asl di Frosinone- Chi non ha frequentato un corso micologico spesso non ha neanche il sospetto che si tratti una specie velenosa». Il rimedio però c'è ed è semplice: portare sempre i funghi raccolti in uno dei centri micologici della Asl (Frosinone, Cassino e Sora) per farli esaminare prima di mangiarli. Cosa che non hanno fatto i coniugi di Ferentino e nemmeno due sorelle di Casalvieri che l'altra sera sono finite in ospedale, stavolta a Sora, dopo aver raccolto e mangiato funghi che hanno riferito essere "cappellette" e che invece erano del genere Entoloma sinuatum, anch'esso tossico. Meno grave l'intossicazione subita in questo caso, che ha comunque richiesto il ricovero al Santissima Trinità in via precauzionale.

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