Spazio satira
L'interrogatorio
19.04.2019 - 16:15
Sotto torchio da ore Donatella Di Bona, che è comparsa davanti ai giudici del tribunale di Cassino in merito all'uccisione del figlioletto Gabriel, di appena 30 mesi. Un omicidio di cui la donna, dopo aver tentato di depistare i carabinieri parlando di una morte dovuta ad un investimento da parte di una macchina poi fuggita, si è assunta tutte le responsabilità. E' infatti crollata nella notte tra mercoledì e giovedì ammettendo tutto. Ammettendo di aver ammazzato il figlio perché faceva i capricci, piangeva, voleva andare dalla nonna. E così lei lo ha afferrato per il collo stringendoglielo e tappandogli la bocca fino a soffocarlo.
Di tutto questo, di quanto accaduto prima dell'omicidio, del tentativo di depistaggio, delle modalità dell'assassinio, deve rispondere ai giudici che vogliono definire nei dettagli la dinamica di una morte efferata e atroce. Da in discrezioni sembrerebbe che Donatella Di Bona abbia confermato la versione iniziale, ribadendo di aver ucciso lei il figlio in preda ad un raptus, lei che, stando a quanto emerso da mercoledì pomeriggio, avrebbe avuto seri problemi di natura anche psichica, essendo stata portata più volte, anche nelle ultime settimane e anche in ambulanza, al pronto soccorso dell'ospedale Santa Scolastica di Cassino. Una volta anche per una serie di ferite, sul viso e sulle braccia, di cui non ha saputo dare spiegazioni. E anche su questo dovrà rispondere agli inquirenti.
In mattinata, intanto, si è svolta anche l'udienza di convalida dell'arresto, al termine della quale, in virtù di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, è stato disposto che resti dietro le sbarre. Da un momento all'altro la 29enne dovrebbe lasciare il Tribunale per essere riaccompagnata presso la sezione femminile del carcere romano di Rebibbia, salvo diverse decisioni dei magistrati.
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