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La giornata della memoria: morti ad Auschwitz anche gli ebrei ciociari

Da Cassino, Sora e Acuto non scamparono ai nazisti. Nei campi di sterminio pure gli stranieri “ospitati ” a San Donato Valcomino. La shoah e le sue vittime

Si chiamavano Settimio, Marco Giacomo Giuseppe, Mirella, Augusto, Roza, Noemi, Ida, Raffaello. Anche la provincia di Frosinone ha dato il suo tributo di sangue alla Shoah. Nella settimana che porta alla giornata della memoria di domenica, in ricordo delle vittime dello sterminio nazista, la Ciociaria ricorda i cittadini di religione ebraica deportati nei campi di sterminio.
Il tributo di vittime è stato duplice: da una parte ebrei italiani, nati a Cassino, Sora e Acuto, dall'altro ebrei stranieri, soprattutto austriaci e tedeschi, ma anche dei Paesi dell'Est, ristretti nel campo d'internamento di San Donato Valcomino. Nei database dello Yad Vashem (l'ente nazionale israeliano per la memoria della Shoah) e della fondazione del Centro di documentazione ebraica contemporanea, scorrendo l'elenco infinito delle vittime della ferocia nazista ci si imbatte in famiglie nate o cresciute in provincia di Frosinone.

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Di Cassino era la famiglia Efrati. Una famiglia quasi interamente sterminata ad Auschwitz. Settimio Efrati era nato il 27 settembre 1879 a Cassino. Era figlio di Giuseppe ed Enrichetta Sonnino ed era sposato con Alda Fiorentino con cui ebbe la figlia Mirella, nata a Roma il 14 settembre 1923 dove, nel frattempo, la famiglia Efrati si era trasferita. Cugino di Settimio era Marco Giacomo Giuseppe Efrati, nato a Cassino il 7 maggio 1880 da Settimio (omonimo dell'altro) e Sara Della Seta. Era sposato con Clara Baroccio, nata a Roma il 20 settembre 1891, con cui ebbe il figlio Augusto, nato a Castelgandolfo il 24 agosto 1916. Quest'ultimo partì, per non tornare mai più, per Auschwitz dal campo di concentramento di Fossoli. Gli Efrati incapparono (tutti tranne Augusto) nel rastrellamento del ghetto di Roma e finirono ad Auschwitz dove nessuno di loro sopravvisse. Con Clara c'era anche la sorella Virginia. La famiglia Efrati, peraltro, era una delle tante che aveva dato un figlio per la Patria. Durante la prima guerra mondiale, infatti, era morto il sergente Vittorio Efrati nato il 25 ottobre 1887 a Cassino da un altro Settimio. Morì il 29 settembre 1918 per malattia ad Acquaviva delle Fonti.
Un'altra cassinate era Ida Momigliano, nata il 6 agosto 1905, figlia di Salomone Annibale Momigliano e Livia Diena. Il treno piombato che la portò ad Auschwitz partì da Milano il 6 dicembre 1943. Anche lei è morta nel campo di sterminio. Ad Acuto, il 25 agosto 1908, era invece nata Roza Wollstein, poi sposata con Brauer.
È morta nel campo di concentramento di Stutthof vicino alla città libera di Danzica, in Polonia. Raffaello Milano, nato a Sora il 16 gennaio del 1896, figlio di Leone Giuseppe e Giuditta Stazzocchio è uno dei martiri delle Fosse Ardeatine. Era sposato con Margherita Bondì di Sezze, con cui aveva avuto la figlia Silvana. Da Fossoli per Auschwitz partirono la moglie e la figlia di Raffaello. E anche loro dalla Polonia non hanno fatto ritorno. Come non tornarono gli ebrei stranieri che vennero internati a San Donato Val Comino. Tra luglio e agosto del 1940, infatti, il ministero dell'Interno dispose l'internamento di ebrei di nazionalità straniera o apolidi. Una quarantina circa finirono a San Donato Val Comino e a Picinisco. Vissero in case private o in albergo, relativamente liberi, almeno fino all'8 settembre del 1943. Le cose, infatti, precipitarono con l'arrivo dei tedeschi. Fino ad allora la convivenza era stata pacifica, tanto che si registrarono anche alcune nascite.
Nell'elenco dello Yad Vashem figurano, oltre a quegli ebrei che erano stati internati a San Donato, anche chi in Valcomino è nato.
Come Noemi Levi nata il 12 giugno 1942 da Enrico e Gabriella Kazar. Dopo esser stata arrestata con i suoi familiari fu internata a Fossoli e trasferita ad Auschwitz. Lì moriranno anche la madre, nata a Budapest il 4 agosto 1913, e suo fratello Italo, nato a Firenze il 4 luglio 1934. Mentre suo padre Enrico, nato in Polonia nel 1902, sopravvisse ad Auschwitz. Tra i residenti a San Donato Val Comino furono arrestati, con uno stratagemma, e deportati Oswald Adler, nato a Vienna nel 1920, con la moglie Gertrud Glaeser (sopravvissuta), Henrette Bettman, nato a Colonia nel 1896, Margarethe Bloch, nata nel 1892 a Berlino, Ignatz Gross, nato nel 1899 a Bratislava, Edith Kreiner, nata nel 1916 a Vienna, la madre Hanna (o Chane) Feldhorn, nata in Polonia nel 1880, e i coniugi Edith Landesberg e Samuel Stein, nati a Vienna nel 1909 e in Polonia nel 1908. Tra i sopravvissuti passati per San Donato Klara Babad e Rosa Myler che era nata proprio in Val Comino. 

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