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I controlli

Coltivazione di canapa: maxi sanzioni, sequestri e denunce per due aziende

I carabinieri hanno controllato le due aziende specializzate in coltivazione di canapa sativa. Sequestrata un'area di 4.000 metri quadrati con 1500 piante

Il vecchio proverbio "Donne e motori, gioie e dolori" sembra essere stato surclassato almeno nella Valle dei Santi da "Piante e liquori, gioie e dolori" vista l'operazione dei carabinieri che in poche ore hanno controllato due aziende specializzate in coltivazione di canapa sativa con una pioggia di maxi sanzioni, sequestri e denunce.

I carabinieri della Compagnia di Cassino guidati dal capitano Mastromanno; i militari del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Latina e i Forestali di Pontecorvo hanno passato al luminol due aziende tra S. Ambrogio e Sant'Andrea, arrivando anche a sequestrare un'area da 4.000 metri quadrati.
Per quanto riguarda la prima azienda, i militari hanno verificato che le piante presenti nel fondo agricolo di proprietà della stessa azienda non provenivano da una semina diretta «bensì da un reimpianto di canapa fatta germogliare in un'azienda agricola con sede a Milano. Accertate le violazioni (artt.17 e 73 del DPR 309/1990) -hanno spiegato i militari- si è proceduto al sequestro dell'intera area di circa 4.000 metri quadrati su cui erano presenti 1.500 piante. Nonché al contestuale deferimento del legale rappresentante dell'azienda agricola per le relative violazioni di legge».

Ma il controllo ha riguardato anche una seconda azienda il cui legale rappresentante è stato sanzionato con due ammende, per 8.000 euro in totale, poiché è stata riscontrata «la mancanza della notifica, ai fini della registrazione in qualità di produttore primario di alimenti; nonché la vendita al dettaglio di liquore a base di canapa sativa light, in violazione degli artt.6 co.3 del D.Lgvo 193/07 e art.
22 del D.Lgvo 114/98. Nella fattispecie il legale rappresentante avrebbe fatto produrre da un'altra azienda un distillato con le foglie di canapa per poi mettere in commercio il prodotto finito, in violazione della normativa vigente»

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