Spazio satira
30.11.2017 - 12:05
Saranno denunciati i sei ragazzi terribili responsabili del danneggiamento che, a colpi di vernice spray nera, ha offeso, oltraggiato, ferito l'Acropoli nel pomeriggio di martedì scorso. L'inchiesta chiarirà sui rispettivi ruoli e le responsabilità. Fa un po' effetto sapere come fosse composta la "banda": hanno tutti un'età compresa tra i 14 e i 17 anni, si tratta di quattro maschi e due femmine, due persone di nazionalità egiziana, due di nazionalità albanese, una di Alatri e una di nazionalità rumena. Sono gli autori del gesto vandalico che ha interessato i muri perimetrali dell'Acropoli e diversi massi ciclopici nella zona del Pizzale: metri e metri di scritte insulse, di disegni e di insulti. Inconcepibile, inammissibile. I giovanissimi sono stati comunque individuati da alcuni presenti e passanti, che hanno segnalato quanto accaduto alla Polizia Municipale: il pronto intervento dei vigili urbani, diretti dal maggiore Dino Padovani, ha permesso di rintracciare i sei e di procedere quindi alla loro identificazione; adesso si vedrà chi ha usato materialmente le bombolette spray e chi ha assistito soltanto alle scene senza aver magari fatto nulla. Il "raid", come detto, è stato rovinoso: i ragazzi hanno anche scavalcato la ringhiera nella zona del Pizzale e hanno completato la loro triste "opera"imbrattando dei massi ciclopici. Tante le reazioni di sdegno e di sconcerto sia per le strade alatrensi, oltre ovviamente al "diluvio" di interventi di condanna che ha riempito le pagine dei social network. Oltre ai sentimenti di disapprovazione, sono riapparse le denunce sullo stato dell'Acropoli: si lamentano la scarsa illuminazione, la mancanza di controlli periodici, l'assenza di un efficiente servizio di videosorveglianza. Qualcuno ha pure ripescato l'idea di chiudere l'Acropoli con dei cancelli per evitare l'assalto dei vandali. Un dibattito rilanciato da quanto di grave è successo nella giornata di martedì. I responsabili sono stati presi stavolta, ma resta in piedi la domanda su come sia meglio proteggere il nostro patrimonio storico
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