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Omicidio Pascarella, il funerale: gli Sbaraglia chiedono perdono

Al termine della celebrazione eucaristica è stata letta la lettera della sorella dell'omicida: Mimmo prega per Matteo. La chiesa era stracolma di parenti e amici

Il dolore e la riconciliazione, la sofferenza e il perdono. Il giorno del funerale di Mimmo Pascarella, svoltosi ieri nella chiesa parrocchiale della Santa Famiglia, non è stato soltanto l'occasione per dare l'estremo saluto allo sfortunato uomo, ma anche il momento per una profonda riflessione su quanto accaduto e sulla necessità di ripartire insieme dai temi dell'amore, della comprensione e dell'accoglienza.

Una città commossa
Era piena la chiesa: i parenti di Mimmo, i tanti amici, i vicini di casa, tanti residenti dei quartieri Murette e Civette, numerosi rappresentanti dell'amministrazione comunale (con in testa il sindaco Giuseppe Morini) e alcuni familiari di Matteo Sbaraglia. Tante presenze che hanno inteso testimoniare la vicinanza e la condivisione di un'intera comunità, quella alatrense, colpita e scossa ancora una volta da una grande tragedia. Nella sua omelia, il parroco don Maurizio Mariani ha subito evidenziato che, in quel che è successo, non è un esercizio utile cercare vittime e colpevoli. Ha tracciato un profilo del povero Mimmo, sottolineandone la dignità nelle difficoltà quotidiane che viveva, ma ha pure ricordato i problemi vissuti dal suo "carnefice", da Matteo Sbaraglia, che ha bisogno di aiuto e di sostegno da parte di tutti.

«Sono convinto che in quella notte, Mimmo abbia aperto la porta a Matteo perché lo voleva aiutare», ha detto don Maurizio, facendo risuonare nella chiesa quell'accorato invito al perdono, alla preghiera, alla riconciliazione che anche i cugini di Mimmo hanno fatto proprio fin dai primi istanti. Un invito ad abbandonare le strade dell'odio e dell'incomprensione, «perché Mimmo non nutriva odio nei confronti di nessuno» ha proseguito don Maurizio, e a lavorare insieme, termine ripetuto due volte dal prelato, per vincere quelle barriere dell'indifferenza, della solitudine, dei tormenti interiori che sono stati alla base del drammatico episodio avvenuto sabato 21 ottobre scorso.

La lettera di Susanna
Al termine della celebrazione eucaristica, è stata letta una lettera scritta da Susanna Sbaraglia, sorella di Matteo, che ha invocato quello stesso perdono più volte citato nel corso della messa. Parole dignitosissime con le quali la famiglia Sbaraglia si è scusata dal profondo dell'animo per quanto provocato, chiedendo allo stesso Mimmo di pregare per Matteo e per il suo bene: «Un ragazzo che Mimmo aveva visto crescere».

Una lettera che ha sorpreso molti per i toni costernati ma asciutti e misurati, sentiti e partecipati, che non muovevano sul pietismo e che non invocavano una facile indulgenza di comodo. All'uscita della chiesa, il feretro di Mimmo Pascarella, salutato da un sentito applauso, è stato trasportato nel cimitero di Santa Maria a Vico, in provincia di Caserta, dove l'uomo riposerà accanto ai genitori.

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