Spazio satira
03.08.2017 - 16:33
Una faida pericolosa capace di mettere a rischio l'incolumità anche dei cittadini. Una violenza cieca nel cuore urbano, esplosa davanti a bambini, famiglie, giovani e anziani. Cassinati che hanno finanche filmato le scene dell'orrore. Ecco perché le ordinanze di custodia cautelare di ieri mattina sono un segnale alla comunità, oltre che una misura che apre a otto egiziani le porte del carcere.
Una violenza che non ha guardato in faccia a nessuno dimostrando che per gli "affari" il commando armato è disposto a tutto. «Abbiamo ricostruito - ha detto il vice questore Alessandro Tocco nel corso della conferenza in commissariato - una faida tra egiziani per la gestione degli autolavaggi dal momento che in via Casilina sud, nei pressi di Panorama, si stava aprendo una nuova attività e loro (gli otto arrestati, ndr) volevano intervenire direttamente nella gestione o impedirne l'apertura. Grazie alla ricostruzione fatta dal sostituto commissario Enzo Pittiglio, che ha gestito l'intera indagine, e dagli altri colleghi del commissariato si è scoperto che controllavano oltre 60 lavaggi sul territorio nazionale. All'interno vi lavoravano parecchi minorenni non in regola con il contratto e già segnalati all'agenzia del lavoro. I controlli continueranno per evitare che Cassino sia considerato un ring dove le persone vengono colpite con spranghe alla testa e le strade si macchiano di sangue».
Una ferita inferta alla società, nella sua apparente tranquillità quotidiana. A inquadrare ancora di più il "vulnus" ci ha pensato il procuratore Luciano D'Emmanuele che ha schematizzato un altro aspetto fondamentale: «I fatti sono particolarmente gravi e dimostrano quanto sia stabile la presenza di cittadini stranieri in città e nel cassinate. Stranieri che si inseriscono nelle attività economiche e che non rispettano le leggi della libera concorrenza e del mercato perché gli episodi contestati dimostrano come abbiamo voluto entrare in una situazione di monopolio per la gestione di autolavaggi, tale da impedire infiltrazioni. Una libertà economica violata con violenza e intimidazione. Sono fatti che danno uno spaccato molto vivace della realtà sociale ed economica del cassinate. Ringrazio la polizia di Cassino che ha operato in maniera brillante in coordinamento con il magistrato della nostra procura, il collega Mattei. L'impegno della polizia è stato riconosciuto con l'ordinanza che ha emesso dal gip del nostro tribunale, il dottor Lo Mastro con le custodie cautelari in carcere».
È il primo atto. La guerra al crimine non si arresta.
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