Spazio satira
09.05.2017 - 13:36
Un'immagine dell'incendio e della nube che si è sprigionata
Non c'è solo la salubrità dell'aria a preoccupare cittadini e istituzioni (mentre i focolai del rogo continuano a riaccendersi in senza sosta). Anche il mondo agricolo, infatti, è stato letteralmente messo in ginocchio dall'incendio al cento di stoccaggio rifiuti Eco-X di via Pontina Vecchia, a Pomezia. Infatti, mentre vengono rilevati livelli di polveri sottili ben al di sopra della media, con la popolazione che manifesta paura ogni giorno di più, è anche il mondo agricolo a piangere.
«Siamo pronti a distruggere i raccolti e a perdere il reddito delle coltivazioni che risulteranno contaminate e che insistono nel raggio dei cinque chilometri di fascia di interdizione che delimita il territorio compromesso dal rogo - ha spiegato David Granieri, presidente della Coldiretti del Lazio - Tuttavia, a fronte del nostro impegno assoluto e totale nel collaborare con le istituzioni sanitarie alla tutela della salute dei consumatori, chiediamo attenzione e celerità nella predisposizione delle procedure per il ristoro degli ingenti danni subiti dalle aziende agricole e dagli allevamenti insediati nel comprensorio interdetto».
Anche fra i banchi dei mercati serpeggiano paure. «Tra i clienti e i gestori dei mercati di Roma e del Lazio ci sono grande preoccupazione e allarme - ha affermato Mario Tredicine, dell'Unione Partecipata dei Venditori Ambulanti al Dettaglio - La gente compra con più cautela e si informa sulla provenienza di frutta e verdura».
Ad Anzio e Nettuno, invece, i due sindaci - Luciano Bruschini e Angelo Casto - hanno disposto controlli nelle mense sulla provenienza dei prodotti serviti ai bambini. In più, con due specifici atti, sono stati diffidati i gestori del servizio mensa ad approvvigionarsi di prodotti ortofrutticoli da aziende che ricadono nelle zone più prossime - entro i cinque chilometri - dal deposito di rifiuti colpito dall'incendio.
Infine, secondo una prima stima di Coldiretti Lazio, sono circa 150 le aziende della zona che stanno vivendo un momento terribile. Non vendere i loro prodotti, infatti, significa non garantire sostentamento alle famiglie dei produttori e a quelle di eventuali dipendenti.
Intanto, la paura per i danni alle colture provocati dalla gigantesca nube tossica arriva anche in Ciociaria. Dove i consumatori hanno adesso grande timore che i prodotti contaminati dalla nube di Pomezia possano, prima o poi, finire sulla tavole locali. Nei mercati e nei negozi è quindi cresciuta l'attenzione per la provenienza di quanto si acquista e l'auspicio è che le autorità vigilino con la massima severità per evitare che i prodotti avvelenati dalla nube finiscano nella catena di distribuzione dei punti vendita.
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