Tragedia di Natale
24.12.2025 - 13:33
«Luigi è arrivato a casa, quella eterna, quella del Padre, dove non ci sono strade pericolose, non c’è dolore». Parole tanto semplici quanto strazianti, quelle pronunciate dal parroco durante il funerale di Luigi Ferrante, ma anche parole piene della consolazione della fede, per chi resta e deve salutare chi è andato via troppo presto.
Quasi a sottolineare il momento di dolore, una pioggia battente ha accompagnato l'ingresso del feretro in chiesa. E si è fermata durante la celebrazione del funerale, per poi riprendere, come un pianto al momento dell'uscita. Per salutare Luigi il rombo delle da rally, che lo hanno aspettato sul sagrato, raccontando la sua passione per questo sport motoristico. Poi palloncini bianchi lasciati volare in aria, sulle note di Bohemian Rapsody. Tra le lacrime.
«Luigi era un ragazzo che non passava inosservato - ha raccontato il parroco - Era vita pura. Non riusciva a stare fermo. Doveva muoversi, fare, andare: aveva un’energia che contagiava». E dalle parole pronunciate nell'omelia è emersa un'immagine di una persona bella, la cui mancanza sarà profonda, facile da immaginare anche per chi non lo conosceva. Il suo sorriso, contagioso come la sua energia, la sua passione per i motori, che era una parte della sua anima, «la voglia di andare sempre avanti, di non fermarsi mai alla prima curva».
Era tornato a Ceccano per festeggiare il Natale, Luigi, che lavorava nello stabilimento brasiliano della “Prima Sole Components”, il gruppo industriale guidato dal presidente Maurizio Stirpe che produce componenti per auto.
«Aveva accettato la lontananza perché era un ragazzo responsabile - ha detto ancora il parroco - ma il suo cuore era qui».
E rivolgendosi alla famiglia, il parroco ha detto: «Non guardate solo al buio, pensate a Luigi come luce.
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