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Gruppo Banca Popolare del Lazio – Blu Banca

Il valore silenzioso ma concreto di una banca di territorio

Intervista al neo direttore generale di “Blu Banca” Fabrizio Giallatini

Con 120 anni di storia, il Gruppo Banca Popolare del Lazio – Blu Banca è una realtà solida, autonoma e profondamente radicata nel territorio. Da sempre banca di prossimità, è vicina a persone, famiglie e imprese, con scelte coraggiose e crescita sostenibile. Ne parliamo con Fabrizio Giallatini, nuovo Direttore Generale, protagonista di un percorso interno fondato su competenza, visione e passione.

Direttore Giallatini, quali sono i tratti distintivi del Gruppo Banca Popolare del Lazio – Blu Banca e quali sono le strategie commerciali che state attuando nel frusinate?

«La provincia di Frosinone è un territorio ricco di storia, sfide e opportunità, centrale nelle nostre strategie di sviluppo. Con una forte tradizione manifatturiera e oltre 47.000 imprese attive, il tessuto produttivo locale è vivace, seppur segnato da difficoltà, soprattutto sul fronte occupazionale giovanile. L’invecchiamento della popolazione pone nuove sfide sociali e di welfare, ma la Ciociaria dimostra resilienza e voglia di innovare. Le aree interne, ancora poco valorizzate, rappresentano una risorsa strategica per il futuro, e noi siamo pronti a sostenere artigiani, imprese agricole e vitivinicole con consulenza e credito. Crediamo nel potenziale della Ciociaria e vogliamo contribuire attivamente al suo sviluppo».

Qual è il ruolo delle banche di prossimità in un mercato sempre più concentrato?

«In un Paese come l’Italia, dove il tessuto imprenditoriale è fatto di piccole realtà, artigiani e famiglie, le banche locali continuano a essere un punto di riferimento insostituibile. Il nostro compito è chiaro: sostenere l’economia reale, non la finanza speculativa. Per riuscirci, dobbiamo essere efficienti, agili e ben organizzati, con una governance solida che sappia anticipare i rischi e rispondere alle esigenze di una clientela sempre più diversificata».

Nel 2021 avete dato vita a Blu Banca, cedendo 52 filiali della capogruppo Banca Popolare del Lazio. Qual è stata la logica dietro questa scelta?

«Blu Banca è nata da una visione ambiziosa: creare una banca innovativa, aperta al mercato, capace di attrarre investitori e crescere. Ma senza mai perdere la nostra anima. Il DNA cooperativo e il legame con il territorio restano centrali: la maggioranza delle azioni è detenuta dalla Banca Popolare del Lazio. È un’evoluzione che ci permette di diventare un gruppo bancario moderno, mantenendo intatta la nostra identità e la vicinanza alle comunità che serviamo».

Il ritorno del risiko bancario sta accentuando il fenomeno della desertificazione bancaria. Blu Banca, invece, continua ad aprire nuovi sportelli. Con quale logica?
«Mentre molte banche chiudono, noi apriamo dove serve davvero. Nel 2024, oltre 3.300 comuni italiani sono rimasti senza filiali, penalizzando milioni di cittadini. Noi crediamo nella presenza fisica, nel dialogo e nella fiducia. Non chiudiamo sportelli: li riposizioniamo. Abbiamo chiuso filiali a Viterbo e Latina, dove eravamo già presenti, per aprire a Rieti e Formia, territori dove non eravamo presenti. Le economie locali ci chiedono di esserci, e noi ci siamo. Con coerenza, visione e impegno».

Quale contributo strategico può offrire Blu Banca per accompagnare e accelerare la trasformazione industriale in atto nel frusinate?
«Dal 2016, Frosinone è riconosciuta come area di crisi industriale complessa, colpita dal declino di settori strategici. Il Progetto di Riconversione Industriale, promosso da Invitalia e sostenuto da enti nazionali e regionali, ha avviato politiche attive per il rilancio. La nostra Banca è pronta a fare la sua parte, sostenendo imprese che investono nella reindustrializzazione e nella riqualificazione delle competenze, con un approccio sostenibile e duraturo. Abbiamo già affiancato realtà produttive locali con soluzioni creditizie solide, integrate da strumenti di garanzia pubblica come SACE Green e il Fondo di Garanzia per le PMI. Essere una banca di prossimità significa investire nel futuro del territorio, tutelando occupazione e qualità produttiva».

Tra i grandi cambiamenti sociali, l’inverno demografico è uno dei più rilevanti e come giustamente ricordava lei in premessa la provincia di Frosinone ha indici di vecchiaia elevati. Come impatterà sulle banche locali tale problematica e come vi state preparando?
«L’invecchiamento della popolazione è una sfida cruciale, soprattutto per il sistema previdenziale. Le politiche di sostegno alla famiglia sono necessarie, ma i loro effetti saranno visibili solo nel lungo periodo. Nel frattempo, il nostro Gruppo è impegnato in un’azione culturale prima ancora che commerciale: vogliamo sensibilizzare i giovani lavoratori sul cosiddetto “gap previdenziale”, ovvero la differenza tra l’ultimo stipendio percepito e la pensione futura. Nel nostro portafoglio di offerta ci sono prodotti di previdenza complementare efficienti ed efficaci con elevate personalizzazioni per coprire tutte le varie esigenze di previdenza».

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