Patrica
23.09.2025 - 10:00
Un momento del rito del pinguino al Comani di Latina che ha portato Giulia Schiff a presentare denuncia
Dalla sete di vendetta di Giulia Schiff, al processo popolare: sui social, i giornali e le tv, fino alla mancanza del consenso durante il battesimo di volo. «Non vi sono elementi di prova, questo processo è una strumentalizzazione ai danni dei nostri assistiti», ripetono le difese. I punti affrontati dal collegio difensivo degli otto militari dell’Aeronautica Militare imputati per lesioni e violenza privata, ai danni di Giulia Schiff, una paricorso si snodano in oltre tre ore di arringa. Le difese percorrono una serie di elementi per sconfessare le accuse. Ieri pomeriggio in Tribunale hanno chiesto per tutti i propri assistiti l’assoluzione, portando in aula - davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina Mario La Rosa - video, messaggi, altri riscontri per scardinare la ricostruzione del pm che nel corso della precedente udienza aveva chiesto la condanna a un anno nei confronti dei presunti responsabili: Andrea Angelelli, di Copertino, Leonardo Facchetti, di Manerbio, Joseph Garzisi, di Patrica, Luca Mignanti, di Montalto di Castro, Matteo Pagliari, di San Severino Marche, Ida Picone, di Vicenza, Andrea Farulli, di Gessate, Gabriele Onori, di Tivoli.
In aula c’è Giulia Schiff che si è costituita parte civile, è accanto al suo avvocato Massimiliano Strampelli. Tra i banchi alcuni imputati insieme ai familiari che hanno seguito con grande attenzione tutta l’udienza. È un processo non facile, delicato dove l’avvocato di uno degli imputati, riprendendo la frase della parte civile della scorsa udienza sostiene che: «L’imboscata non è degli imputati ma è della Schiff con questa sorpresa per i suoi paricorso».
La sentenza è prevista per la tarda mattinata del 6 ottobre. «Non è stata raggiunta la prova per arrivare alla condanna - spiega l’avvocato Greco che mostra il video incriminato. È il 4 aprile del 2018, siamo al Comani di Latina Scalo. «Guardate bene la Schiff si appoggia e si butta sopra i colleghi, si ferma a ridere quando viene presa. I fuscelli utilizzati? Non erano certamente armi». A seguire mostra un video del 6 aprile del 2018. Un altro battesimo di volo. «La presunta parte offesa dice una frase in occasione del battesimo del volo “Qualcuno vuole picchiare con le scarpe? Qualcuno vuole picchiare?” Una presunta parte offesa che non vuole partecipare al rito sicuramente non fa quello che succede due giorni dopo i fatti contestati. Dovrebbe aver subito lesioni e invece - ripete - ha il fuscello e dice “la calma prima della tempesta”. Non sembra sofferente la Schiff, ha un bel sorriso e dice riferendosi al pari corso “Dobbiamo picchiarlo”. Qui non è nonnismo -ricorda il legale - si tratta di pari corso che decidono e condividono pienamente questa scelta».
L’avvocato Scafetta ha sottolineato che la denuncia ha una origine precisa. «Nasce da una sete di rivalsa della Schiff, ha trasformato questi otto ragazzi in uno strumento di vendetta. Chiunque poteva trovarsi lì - osserva l’avvocato - qualsiasi figlio nostro poteva trovarsi qui ad essere imputato. Per Giulia l’importante era avere un bersaglio. Non ha denunciato subito i fatti perché non aveva nulla da denunciare. Tra tre mesi questo reato si prescrive e se venissero condannati - ha osservato l’avvocato - il loro futuro sarà cancellato e non potranno più salire su un aereo. Una condanna significherebbe togliere le ali a chi difende la Patria. La giustizia non è mai vendetta ma ricerca di equilibrio e l’equilibrio è un’assoluzione e in occasione del rito del battesimo da parte della Schiff c’era il consenso». A seguire la parola è passata agli avvocati Mattia Floccher, Roberto Guida, Paolo Bonaiuti, Pietro Siciliano. «C’è stata una revoca del consenso? E se c’è stato è percepito? Poteva mettere i piedi a terra e andarsene e invece non lo ha fatto. Quel battesimo lei voleva farlo - hanno ripetuto le difese - c’era un consenso e nessuno l’ha costretta. Ci sono contraddizioni molto chiare e questo caso ha messo in luce l’opportunismo della Schiff. Non stava alle regole, non ha mai detto di avere paura del battesimo del volo e alla fine l’imboscata è stata la sua». Tra pochi giorni le repliche e a seguire la camera di consiglio e poi la sentenza.
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