Spazio satira
La novità
31.12.2024 - 17:00
Semplificazione delle procedure da un lato, maggiore sostegno e inclusione sociale dall’altro. Questi i pilastri sui quali fonda la riforma della disabilità, introdotta attraverso il decreto legislativo 62 del 3 maggio 2024, seguendo le più aggiornate classificazioni internazionali. In prima linea in tale contesto la sede dell’Inps di Frosinone, selezionata tra le nove che testeranno i nuovi criteri di accesso alla disabilità. Il 1° gennaio l’inizio della sperimentazione, che proseguirà per tutto il 2025, prima che si vada a regime sull’intero territorio nazionale nel 2026.
«C’è una nuova definizione di disabilità – spiega il direttore provinciale dell’Inps di Frosinone Carlo Riviello – che supera l’accezione meramente medico-legale per arrivare a un significato più ampio. Si bandisce la parola handicap – prosegue Riviello – e si fa riferimento a una condizione di disabilità come compromissione duratura che, nell’interazione con barriere di diversa natura può ostacolare la piena partecipazione alla società del soggetto». In quest’ottica, infatti, la disabilità viene definita come un ostacolo non soltanto di carattere fisico o psicofisico, ma, più complessivamente, delle condizioni di vita della persona. Di qui, dunque, le ricadute in termini valutativi per la certificazione e l’inserimento di nuove figure nelle commissioni operanti all’interno del centro medico-legale di sede, normalmente deputato alle attività di accertamento. La riforma prevede, quindi, che la persona con disabilità venga valutata anche sul modello bio-psico-sociale, attraverso un’analisi di base per accertare la condizione di disabilità ai fini dell’accesso a interventi, benefici e sostegni, e una valutazione multidimensionale, a cura dei cosiddetti “ambiti territoriali sociali”, per delineare con la persona con disabilità, anche attraverso una vera e propria intervista, il suo profilo all’interno del contesto in cui vive. Tutto ciò volto a definire, considerando anche le aspettative e le preferenze della persona disabile, gli obiettivi di quello che può essere considerato un progetto di vita.
«C’è un approccio che considera le dimensioni sociali e psicologiche del cittadino – rimarca Riviello – che definiremmo “olistico”, finalizzato a una ricognizione più completa e adeguata alle esigenze della persona con disabilità, superando la frammentazione dei servizi e riconoscendo la complessità della sua condizione, in vista di una maggiore inclusione sociale». A ciò si aggiunge un’opera di semplificazione e standardizzazione del processo, attraverso la digitalizzazione sia del certificato medico introduttivo che di quello definitivo, che confluiranno nel fascicolo sanitario elettronico. «Con ciò si punta – sottolinea il direttore – all’interoperabilità tra le banche dati, con l’invio telematico del certificato agli ambiti territoriali e sociali ai fini dell’elaborazione del progetto di vita, e a un sistema trasparente di controlli sull’adeguatezza delle prestazioni. Dall’altra parte – prosegue – s’intende consentire una consultazione più semplice, immediata e sicura dei documenti da parte dei cittadini, riducendo la burocrazia e migliorando l’accessibilità delle informazioni».
In relazione a ciò, la fase di sperimentazione sarà utile ad analizzare le eventuali criticità che potrebbero scaturire anche dalla disparità di accesso alle tecnologie. Il rischio, infatti è quello dell’esclusione digitale, anche considerando le caratteristiche anagrafiche, nonché l’abitudine di gran parte dell’utenza dell’Istituto al contatto diretto. Senza trascurare, poi, il rovescio della medaglia dell’implementazione del processo di sperimentazione che ha richiesto e richiederà, da parte dell’Istituto, un sensibile incremento di risorse logistiche, strumentali, nonché professionali non solamente in campo medico, unitamente alla più larga e auspicabile collaborazione di soggetti esterni, in primis medici e patronati, a partire dall’atto di avvio del nuovo procedimento, ossia il “certificato medico introduttivo”.
«La sfida è notevole – commenta ancora Riviello – Ci sono molteplici implicazioni interne e organizzative che ci stanno occupando intensamente in questi giorni di preparazione, a livello di Centro medico di sede e dei suoi addetti, già piuttosto sotto pressione nell’ordinario smaltimento di arretrati anche notevoli accumulatisi in precedenza nel campo dell’invalidità civile, e in attesa che lo stesso disegno regolamentare trovi compimento a livello ministeriale e d’Istituto Tuttavia – conclude – ciò non ci impedisce di porci in termini del tutto positivi e proattivi rispetto a quella che si presenta come una sfida per certi versi epocale nella gestione di questi profili, dal punto di vista sia previdenziale, assistenziale che di inclusione sociale, e che si aggiunge alle numerose altre, già facenti parte della missione dell’Inps al servizio dei territori».
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione