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"Un riconosciamo per l'artista locale". L'appello per Benito Gallozzi

"Un riconosciamo per l'artista locale". L'appello per Benito Gallozzi

Cassino

"Un riconosciamo per l'artista locale". L'appello per Benito Gallozzi

Dare il giusto riconoscimento a un artista locale che, alla veneranda età di 81 anni, continua a lavorare e a mettersi in discussione producendo grandi capolavori.

L'artista in questione è Benito Gallozzi, nato ad Arce, ma figlio adottivo di Cassino, a lanciare l'appello alle istituzioni è il dottore cassinate Gianni Violo.Al pittore non sono mancati apprezzamenti artistici nel suo peregrinare tra l'Europa e gli Stati Uniti, ma quello che manca è un riconoscimento nella sua terra.

“Benito Gallozzi ha lavorato in varie città europee e orgogliosamente, come può esserlo chi porta medaglie al valore infisse sul petto, conserva nella parte più profonda e intima dei suoi ricordi le sue estemporanee, i suoi vernissage, le mostre e i tanti riconoscimenti ricevuti nelle varie parti del mondo, tra cui di certo non manca l'apprezzamento del grande critico d'arte Vittorio Sgarbi - racconta Violo - Ma la sua modestia e la sua umiltà contrastano con la sua arte figurativa e paesaggistica, che è immensa e cristallina e non credo di sbagliarmi quando affermo che Benito Gallozzi è un grande acquarellista, forse tra i più grandi in assoluto. Purtroppo nessuno è profeta in patria e il mio amico Benito non fa eccezione. Alcuni a Cassino lo conoscono e sanno che è un pittore, ma pochi sanno che è un grande maestro di pittura. La nostra comunità dovrebbe celebrare la sua pittura, i suoi acquerelli, i suoi oli, i suoi paesaggi e i suoi volti, facendolo assurgere agli onori della cultura e regalandogli quella notorietà che ampiamente merita, attraverso una serie di mostre nelle sedi più importanti della città, come si dovrebbe fare per il “ritorno di un figliuol prodigo”.

A parlare per l'artista sono le sue opere, visibili nel suo laboratorio in via Arigni. Un viaggio tra colori e paesaggi.

“Qualche giorno fa - continua Violo -mi sono recato nella sua bottega per vedere i suoi acquerelli, usufruendo del suo commento a viva voce. La sorpresa è stata grande perché in quel luogo, spulciando tra le tante opere esposte e ammucchiate qua e là con una precisa logica temporale, il tempo passa senza rendersene conto. Le tinte degli acquerelli sono fantastici, spesso dominate dai colori tenui e melanconici dell'autunno con ampi tratti di marrone, grigio e giallo ocra, e in alcuni casi invece, quando la sua vena ispiratrice ha uno scatto primaverile, i suoi paesaggi sono un florilegio di colori brillanti e luminosi come il rosso dei papaveri, il verde degli arbusti e le varie tonalità dei fiori. Le opere hanno spesso il sapore di immagini cristallizzate nel tempo e i paesaggi rappresentati sembrano usciti da un libro di favole illustrate. Le figure e gli scorci sembrano visti con lo sguardo dell'anima e i tratti della sua pittura riescono a fondere magicamente realtà e fantasia in un giusta atmosfera interiore, ma allo stesso tempo misteriosa ed enigmatica”.

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