Spazio satira
La denuncia
11.08.2023 - 15:00
Circa mille anni fa a Selva dei Muli sorgeva un castello, oggi scomparso, i cui resti sono abbandonati nel degrado. Una possente fortezza posizionata nella periferia a nord-ovest di Frosinone. E utilizzata prevalentemente per controllare la rete viaria della Valle del Sacco. Costruito tra il 1100 e il 1117, aveva sicuramente un'importanza di rilievo nel medioevo. Lo dimostrano i diversi documenti storici nei quali viene menzionato. Nel medioevo appunto.
Oggi, invece, i resti del castello sono scomparsi tra la vegetazione incolta e l'erba alta, trasformando il posto in una vera e propria discarica a cielo aperto. Con le mura immerse nel degrado più totale. Facendo il giro della collina, infatti, a stento si riescono a vedere i resti. E lì dove dovrebbe essere protagonista la storia si possono ammirare soltanto rifiuti abbandonati un po' ovunque. Una volta c'era l'ingresso per le scuderie, oggi, invece, siringhe e profilattici lasciano pensare all'ennesimo ritrovo per tossicodipendenti e prostitute.
Senza tralasciare il forte odore che si respira, anche a ridosso delle abitazioni. Aria fetida a causa dei molteplici rifiuti abbandonati in ogni angolo. Purtroppo ancora una volta la città di Frosinone colleziona siti e reperti storici dimenticati nel degrado. Tutti luoghi che, invece, potrebbero essere valorizzati e diventare importanti centri per attrarre turismo ad esempio.
L'appello
Il consigliere comunale della Lista Mastrangeli Anselmo Pizzutelli ha sollevato la volontà di riqualificare le mura rimaste del castello di Selva dei Muli. «Ritengo fondamentale investire sulla promozione del territorio e recuperare la storia della nostra città», ha spiegato Pizzutelli. Sarebbe opportuno quindi, secondo il consigliere, trovare fondi da poter inserire anche all'interno del prossimo bilancio. Il sindaco Riccardo Mastrangeli si è impegnato, assicurando che proverà ad intervenire. Ma si sa che situazioni di questo tipo richiedono tempo prima di poter sfociare in azioni concrete. «Intanto però si potrebbe intervenire nell'immediato e procedere alla manutenzione ordinaria del verde - ha aggiunto Pizzutelli - che nasconde le mura stesse». E provvedere anche alla pulizia.
Un po' di storia
A Selva dei Muli circa 250.000 anni fa iniziarono i primi insediamenti di allevamenti animali e di caccia. Nel medioevo si costruì un castello, oggi quasi del tutto scomparso. Circondato da mura, dalla struttura si potevano controllare le vie di comunicazione fino al fiume Sacco. Un punto di snodo viario che fino all'età moderna è sempre stato un punto topico. Nel 1283 il cardinale Benedetto Caetani (futuro Bonifacio VIII) acquistò una parte del territorio di Selva Molle. Tra corsi e ricorsi storici, danneggiamenti, e distruzioni, il castello non fu mai ricostruito. Nel 1482 è stato definito "castrum dirutum" e restituito da Sisto IV a Giacinto Conti. Si sa poi che nel settecento apparteneva alla certosa di Trisulti, a cui subentrò la famiglia Berardi. Tornando agli anni più recenti nel 1919, durante il biennio rosso, i terreni intorno a Selva dei Muli furono occupati da circa quattrocento contadini guidati dall'avvocato socialista Domenico Marzi. Provvidero poi a delimitarli, a suddividerli e quindi a coltivarli. Una storia sconosciuta da molti, dimenticata da tanti e che rischia di morire completamente in quel poco che resta ancora oggi mal conservato.
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