Cerca

La situazione

Emergenza rifiuti: tre ipotesi per lo sblocco. Soluzione a un passo

Ancora ferma la raccolta dell'indifferenziato. Crescono i timori dei sindaci per lo stop. Soluzione a un passo: si lavora per riaprire la Saf

Blocco della raccolta indifferenziata, passano i giorni, ma la soluzione ancora non si trova. La soluzione attesa per ieri è rinviata a oggi. Si sta ancora trattando, ma in base a quanto filtrato ieri sera, lo sblocco è a un passo. Da giovedì, a causa della scoperta di valori di zinco superiori ai limiti nell'immondizia trattata nell'impianto di Colfelice della Saf, è scattato uno stop precauzionale. Uno stop che, a cascata, ha coinvolto tutti i Comuni della provincia costretti a interrompere la raccolta dell'indifferenziato in attesa di nuove comunicazioni. Nuove comunicazioni che, nonostante le febbrili trattative, anche fuori regione, non sono ancora arrivate.

Dalla Saf fanno sapere che una strada è stata aperta e la stanno percorrendo. È il motivo per cui si respira un po' di ottimismo in più e si confida che tra oggi e, massimo, domani una soluzione venga trovata per superare l'impasse. Sul tavolo, per il momento, ci sono tre ipotesi. La prima è rivolgersi ad impianti regionali per smaltire l'indifferenziato, la seconda porta lontano, fuori regione, a termovalorizzatori in grado di smaltire, eventualmente, anche rifiuti con lo zinco, la terza porta alla riapertura della Saf. Alla Saf attendono i risultati delle controanalisi per capire se il problema dello zinco si può superare da qui a qualche giorno o se l'emergenza sarà destinata a durare ancora.

Tutti i sindaci aspettano un'ordinanza regionale con l'indicazione dell'impianto dove poter portare i rifiuti che ormai da quattro giorni non vengono raccolti. La singola ordinanza sindacale, infatti, ha valore unicamente sul territorio comunale e non consente al primo cittadino di poter smaltire d'autorità i rifiuti altrove. Alcuni sindaci, tra cui quello di Frosinone, si stanno muovendo autonomamente come, del resto, la Regione Lazio aveva loro suggerito con la comunicazione di giovedì scorso. Si attende in sostanza una deroga, ma senza di questa, eventuali accordi non sarebbero concretamente attuabili.

Sabato sulla questione era intervenuto anche il presidente della Provincia Antonio Pompeo, auspicando una soluzione condivisa con tutti i sindaci. Lo stesso Pompeo aveva anticipato di voler convocare l'assemblea dei sindaci per affrontare il tema qualora un'alternativa non si fosse trovata a breve. E aveva precisato che «ritengo opportuno che, se entro lunedì non ci saranno notizie risolutive, venga convocata l'assemblea dei sindaci per decidere in maniera unitaria le azioni da intraprendere al fine di supportare le amministrazioni locali nella gestione di questa situazione». Convocazione che ancora non è arrivata, considerato che all'orizzonte sembra ventilarsi una soluzione concreta.

Ieri, infatti, Pompeo è nuovamente intervenuto per dire che «sono in costante contatto con la Regione Lazio e la Saf che mi hanno assicurato di stare lavorando a soluzioni percorribili che, da qui a breve, possano risolvere la difficile situazione che creatasi nei comuni della nostra provincia. Alla luce di ciò, avendo sentito anche diversi sindaci, è opportuno attendere ancora qualche ora per la convocazione dell'assemblea al fine di poter avere elementi più certi e concreti che ci permettano di valutare le azioni da intraprendere».
Poi in serata in un post Pompeo ha annunciato che «è stata convocata per domani (oggi, ndr) una riunione in Regione alla quale parteciperò per rappresentare la nostra provincia e ribadire la necessità di un'immediata soluzione non più rinviabile».

Sempre sabato si era mossa pure la consulta dei sindaci del Cassinate. I primi cittadini avevano chiesto alla Regione di «garantire il massimo supporto attraverso l'adozione di strumenti ed eventualmente poteri extra ordinem, individuando l'impianto ove destinare quei rifiuti che al momento non possono essere trattati dalla Saf per consentire una pronta ed effettiva soluzione». Lo scopo, naturalmente, in attesa che l'impianto di Colfelice possa riaprire i battenti è «scongiurare problematiche igienico-sanitarie e pericoli per la salute pubblica».

E proprio in queste ore i timori di tutti sono per eventuali rischi igienico-sanitari conseguenti al prolungato stop della raccolta dell'indifferenziato. Uno stop imprevisto come particolare è stato il ritrovamento di zinco tra i rifiuti. La Saf ha chiesto le controanalisi, dopo che l'Arpa ha rilevato una presenza anomala del metallo, anche perché i tre laboratori attivati dopo la scoperta hanno riportato valori diversi, uno doppio al limite, uno di poco oltre il limite e il terzo al di sotto dei limiti.
Prima della Saf un caso simile di zinco nei rifiuti era emerso ai primi di agosto (il 3) nella discarica di Albano.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione