Il caso
21.10.2021 - 12:15
Immagine generica
Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Frosinone hanno dato
Le Fiamme Gialle hanno ricostruito, in oltre due anni di indagini, l'intricato puzzle degli
interessi dell'organizzazione camorristica nel Cassinate, con particolare riferimento ai
rapporti intrattenuti con un imprenditore di Pontecorvo (FR), attivo nel settore del commercio
di automobili di lusso, nelle cui società Schiavone reinvestiva parte dei proventi illeciti del
clan. Così facendo, il boss si procurava autoveicoli di grossa cilindrata, che venivano utilizzati dai
membri apicali del clan per spostarsi, eludendo i controlli delle forze dell'ordine. L'impianto accusatorio è stato confermato nel corso del processo dalle dichiarazioni del
boss e di altri collaboratori di giustizia, i quali hanno riferito con dovizia di particolari sui tempi
e sulle somme di denaro investite, ammontanti a più di un milione e mezzo di euro. Tale sentenza, passata in giudicato, cristallizza definitivamente il radicamento e l'operatività nel territorio cassinate del clan dei Casalesi, che, tramite prestanome ed imprese colluse,
ha reinvestito nel tessuto economico locale i proventi derivanti dalle attività illecite
perpetrate.
In esecuzione del verdetto emesso dal Tribunale di Cassino, è stata effettuata la confisca di
quote societarie, autoveicoli e polizze intestate all'imprenditore connivente. L'attività di servizio conferma l'impegno della Guardia di Finanza nella lotta alla criminalità organizzata, soprattutto nel disvelamento delle operazioni di reinvestimento dei capitali
illeciti e nel contrasto delle attività imprenditoriali e professionali attraverso le quali le
organizzazioni criminali reimpiegano i capitali illecitamente accumulati e si mimetizzano
nella società civile e nell'economia legale.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione