Spazio satira
Il focus
06.10.2021 - 18:00
Il tumore al seno è la neoplasia più frequente in assoluto nella popolazione femminile e, secondo le stime, colpisce una donna ogni 8 nell'arco della vita.
Si stima che nel 2018, in Italia, abbia colpito 52.800 donne e circa 500 uomini (per confronto, nel 2015 le stime indicavano, rispettivamente, 48 mila e 300).
Me, se il trend di incidenza tra il 2003 e il 2018 appare in leggero aumento (+0,3% per anno), il dato confortante riguarda la mortalità che continua a calare in maniera significativa (-0,8% per anno). Una diminuzione frutto delle campagne di prevenzione e dunque dell'ampliamento dello screening mammografico sulla popolazione femminile.
Per avere un quadro più chiaro basterebbe pensare che tra le donne il tumore della mammella rappresenta il 29% delle neoplasie femminili, seguito dai tumori del colon-retto (13%), del polmone (8%), della tiroide (6%) e del corpo dell'utero (5%).
Ma cosa intendiamo realmente quando parliamo di prevenzione del tumore al seno? Qual'è l'età giusta per iniziare i controlli? Quando questi non possono assolutamente essere rimandati? Sono ancora tante le domande alle quali molte donne trovano risposte confuse. E, proprio con lo scopo di dar loro risposte concrete ma soprattutto diagnosi mirate e cure efficaci, è nato il rivoluzionario progetto del Gruppo Ini.
Parliamo del "Percorso Donna". Ad un anno dall'entrata in funzione del centro di medicina di genere di Città Bianca, inaugurato simbolicamente lo scorso 8 marzo, a parlare sono i numeri. Mammografie raddoppiate rispetto all'anno precedente con un trend in costante aumento.
E, soprattutto, a parlare sono i risultati: «Tutte le nostre pazienti, posso dirlo con orgoglio e soddisfazione stanno bene». Lo racconta la dottoressa Elena Di Caprera, medico radiologo e senologo del Gruppo Ini, che parla dei risultati raggiunti nella struttura, così come in tutte quelle del Gruppo.
Dottoressa, la prevenzione è la miglior cura.
Parlando di tumore della mammella, quanto sono importanti i programmi di screening?
«Più che importanti direi fondamentali. Una diagnosi precoce consente un intervento conservativo con cure meno invasive che garantiscano una guarigione completa, con problematiche a lungo termine pari a zero. Spesso si riesce ad evitare la chemioterapia intervenendo con sedute di radioterapia e riuscendo a debellare la lesione in maniera definitiva da subito.
Per questo è importante sottoporsi costantemente a screening mirati. La prevenzione in ambito oncologico, e non solo, salva la vita a migliaia di donne e rende il percorso di cura e guarigione meno difficoltoso».
Ecco, parliamo di tempistiche. Ogni quanto vanno effettuati i controlli e, soprattutto, da che età è bene iniziare?
«In termini di tempistiche parliamo di 12 mesi. Questo è il giusto tempo che deve intercorrere tra una mammografia e l'altra. E' sempre bene sottoporsi in un'uni ca seduta ad un esame completo, parlo quindi di mammografia ed ecografia mammaria insieme. A partire dai 40 anni di età è fondamentale sottoporsi ad un controllo annuale perché questo range temporale permette di individuare lesioni anche in fase precocissima, cioè prima ancora che la patologia possa dare disseminazione sistemica. Per le donne con casi di familiarità con il tumore al seno, il consiglio è quello di anticipare il primo controllo ai 35 anni di età.
Personalmente, il suggerimento che mi sento di dare alle donne in generale è quello di fare controlli costanti e puntuali anche prima, soprattutto se seguono terapie ormonali o se hanno avuto gravidanze in giovane età.
Una prima ecografia già a 20 anni, di concerto ad esempio con la visita ginecologica, spesso può fare la differenza, evidenziando predisposizioni o anomalie da monitorare».
È importante però anche affidarsi a centri che abbiano in dotazione macchinari all'avanguardia che permettano diagnosi mirate e precise...
«Percorso Donna è nato anche con questa finalità, quella di fornire alle pazienti macchinari di ultima generazione. La diagnostica per immagini e i macchinari in dotazione a Città Bianca permettono diagnosi mirate e precoci. Ad esempio, il nostro mammografo con tecnologia digitale diretta con studio in tomosintesi consente di vedere lesioni piccolissime che sarebbe impossibile vedere anche con l'ecografia.
A questo si aggiungono gli ecografi di ultima generazione con sonde per lo studio della mammella.
Inoltre il team di specialisti che esegue questi esami è composto da radiologi principalmente dedicati alla senologia ed è un team completamente al femminile.
Donne che lavorano per le donne e con le donne».
La richiesta di accesso al "Per corso Donna" è in continua crescita non solo perché c'è una sempre maggiore sensibilizzazione sul tema ma anche perché a Città Bianca le donne trovano un sostegno a 360°…
«All'interno del Percorso offriamo una rete di sostegno che ci permette di seguire la donna in ogni fase, dalla diagnosi all'inter vento fino alle cure e alla guarigione.
Se l'esame evidenzia qualche anomalia siamo al fianco della paziente durante tutti gli step successivi. E soprattutto rimaniamo a sua disposizione anche oltre il controllo, per qualunque esigenza. Non far sentire la donna sola o smarrita è fondamentale per offrirle la tranquillità necessaria ad affrontare il percorso di cura».
"Percorso Donna" dunque non conosce orari o festivi... Come riuscite ad essere costantemente al fianco delle donne?
«In primis abbiamo attivato "Sos seno" un servizio che mette a disposizione un numero telefonico da chiamare per qualunque richiesta urgente di aiuto. Gratuitamente e senza appuntamento forniamo alle donne le risposte delle quali hanno bisogno in casi di emergenza. Ad esempio se una paziente nota un sintomo allarmante, "Sos seno" permette di ottenere un consulto in tempi rapidi con i nostri specialisti per inquadrare subito il problema e decidere come intervenire qualora fosse necessario. Inoltre ci avvaliamo del supporto di psicooncologhe che accompagnano le pazienti durante tutto il loro percorso verso la guarigione. La nostra più grande soddisfazione è quella di poter dire che tutte le pazienti che si sono rivolte a "Percorso Donna" stanno bene, vivono la loro vita come prima, hanno i nostri contatti per qualunque necessità e non si sentiranno mai sole».
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