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Il caso

13enne sfiora il coma etilico, ma non si tratta di un caso isolato: indagini a tappeto

Preziose ora le testimonianze degli amici per ricostruire i fatti. Verranno visionate anche le telecamere di sorveglianza. Torna l'emergenza legata alla prevenzione

Sfiora il coma etilico dopo una serata tra amici, tredicenne finisce in ospedale. Un episodio, registrato sabato sera in piazza Labriola, a Cassino, che ha portato ad alzare l'asticella dei controlli interforze, già disposti in centro. Sull'allarmante episodio si sono messi subito al lavoro i militari dell'Arma del capitano Scolaro e del tenente Giorgione: i riscontri serviranno a capire cosa la minore abbia assunto (quali drink, se qualche cocktail) e soprattutto come abbia fatto a procurarsi le unità alcoliche che hanno fatto salire il tasso nel sangue a 1.5, ovvero tre volte al di sopra del limite che la legge fissa per la guida in stato di  ebbrezza. Possibile che la ragazzina abbia bevuto insieme a coetanei in una festa privata? Che abbiano acquistato alcol in un negozio per poi dare vita alle famose "binge drinking" ovvero alle abbuffate alcoliche? O che qualche esercente abbia venduto drink a minorenni senza verificarne l'età?

Gli accertamenti in atto serviranno proprio a chiarire tutti gli aspetti del drammatico episodio: preziosi i dettagli forniti dagli amici della minore, che i militari stanno continuando ad ascoltare. Importante anche quanto potrà emergere dalle immagini di videosorveglianza delle telecamere di sicurezza di piazza Labriola e da quelle delle attività del centro.
Non sembrerebbe comunque essere, purtroppo, un caso isolato: alcune settimane fa anche altri minori avrebbero accusato malori (non un'intossicazione alcolica vera e propria) dopo alcune serate in compagnia. Al momento non è possibile neppure escludere che i maggiorenni del gruppo si possano "occupare" di procacciare alcol, offrendolo poi ai più piccoli. Occorre andare a fondo. Fondamentale, comunque, ripartire dalla prevenzione.

Fili da riannodare
I volontari "in giallo" con Asl ed Exodus in prima linea in piazza a settembre scorso avevano intrapreso proprio questa direzione: quella di essere tra i giovani con mascherine ed etilometro per raccontare ai ragazzi quanto sia importante non buttarsi via, quanto sia pericoloso fare alcune scelte o non farne altre.
Poi la pandemia ha bloccato tutto. «Non solo l'iniziativa volontari in "giallo" in piazza Labriola tra alcoltest e mascherine per tutti. Prima della riacutizzazione dei contagi in autunno avevamo intrapreso una serie di attività con le scuole per poter fare davvero prevenzione, a partire dalle medie. Oltre all'apertura di un tavolo anche con gli esercenti.

L'età in cui si inizia a bere si è abbassata: se non ci rivolgiamo a ragazzi di quella età, i risultati sperati saranno difficili da raggiungere - ha commentato il primo cittadino, Salera -. Ripartiremo da qui, perché è evidente quanto sia fondamentale riprendere in mano la situazione, premendo l'acceleratore sulla prevenzione.
Una prevenzione che deve vedere tutti coinvolti: noi, le scuole, le famiglie, gli esercenti i volontari. E le forze dell'or dine. Ognuno con un ruolo e un compito ben preciso».

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