Spazio satira
Ambiente
19.06.2021 - 12:00
Fusti sospetti segnalati dai cittadini e individuati dagli ambientalisti. L'attività di monitoraggio di Ansmi e Gre continua ininterrotta, per verificare tutte le segnalazioni dei cittadini di Sant'Elia, Cassino e delle zone limitrofe.
Segnalazioni che nel tempo hanno permesso di verificare la presenza già di rifiuti, in altri casi di fusti da circa duecento litri, su cui pende forte il dubbio di aver conservato materiale tossico o comunque pericoloso.
Segnalazioni che portano gli attivisti a non abbassare la guardia e a continuare nell'attività di verifica e denuncia alle competenti autorità. Azioni fondamentali, che hanno permesso ai carabinieri forestali e agli agenti della polizia municipale di intervenire tempestivamente.
«Dai ritrovamenti eseguiti possiamo ipotizzare che in quel territorio negli anni 1992-'93 possano essere stati interrati fusti di 200 litri di rifiuti probabilmente tossici. La conferma alle numerose segnalazioni è venuta con il rinvenimento qualche mese fa, nel fiume Rapido, dei resti di un fusto poi posto sotto sequestro. Le segnalazioni sono dettagliate ma vanno verificate anche con l'ausilio di strumentazione utile - spiegano gli ambientalisti - In questi giorni sono stati individuati almeno due siti sospetti nel territorio di Cassino e Sant'Elia e sono state già informate le autorità.
Attendiamo di essere sentiti».
Il primo passo degli ambientalisti è sempre quello di andare sui luoghi in cui sono indicati rifiuti o altro, per poi allertare le forze dell'ordine. «Spesso nelle segnalazioni si parla di vernici, frigo, sanitari e rifiuti chimici. Una in particolare ci ha indicato proprio che alcuni camion entravano nella zona dei rinvenimenti dei fusti negli anni '92-'93 e scaricavano».
Questo porterebbe ad avvalorare l'ipotesi, come già indicato dall'ispettore Mancini, che trent'anni fa anche il Basso Lazio sia stato utilizzato da ignoti criminali quale discarica gigantesca di rifiuti tossici. «Chi non ha controllato in quegli anni? Possibile che nessuno abbia visto nulla?» continuano gli ambientalisti. Che poi fanno appello affinché ora si possa procedere in eventuali bonifiche.
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