L'intervista
20.09.2020 - 18:00
Il Palazzo Ducale di Atina
Sulla situazione politica, amministrativa e sociale di Atina, interviene Eugenio Cannatà, personaggio noto in città che, emigrato negli Usa oltre cinquantanni fa, fece lì fortuna e sempre si mostrò riconoscente verso la terra di nascita ritornandovi ogni anno fino a quando, proprio per l'attacca mento ai luoghi d'infanzia, si fece promotore della ricostruzione dell'antica fontana di piazza Garibaldi. Così, dopo sessantanni, l'acqua tornò a zampillare nel centro storico di Atina (il nome di Cannatà è scolpito nel marmo della fontana).
Anche quest'anno Eugenio Cannatà è tornato, il tempo persalutare parenti e amici, poi, prima di lasciare l'Italia.
Giudizio netto. «Poi manca un parco gioco per i bambini in un luogo sicuro e accessibile e mancano gli stimoli commerciali per la rinascita della centralissima via Roma e, in generale, che spingano per la ripresa economica. Nel primo dopoguerra – prosegue Cannatà – Atina assurse a comune capoluogo della Valle di Comino con Ponte Melfa che cresceva nel commercio, nell'edilizia e nell'espansione urbana: poi, negli anni, essa è diventata una città spezzata in due dall'invidia e da nebbie che offuscavano la vera radice di un popolo unico».
«Spero - conclude -di non avere offeso nessuno, ma la mia franchezza è mossa da un sentimento di solidarietà e di affetto per i miei concittadini. Io amo Atina».
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione