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Operazione Drug house

Debito di droga non pagato: il "fortino" ceduto per saldare il conto. Il pestaggio

L'appartamento, in un condominio "popolare" di viale Grecia, era al quinto piano in posizione strategica ed era difeso con grate e telecamere

Un appartamento come merce di scambio per la droga, usato come base. Le indagini prendono il via ad ottobre 2018. I sospetti dei carabinieri si concentrano su un'attività di spaccio di cocaina in viale Grecia, in un appartamento di case popolari «ceduto o, comunque, concesso in uso» ad alcune persone albanesi per «saldare un debito di droga e da queste ultime trasformato in luogo di spaccio», come scrive il gip Antonello Bracaglia Morante nell'ordinanza di custodia cautelare.

Iniziano gli appostamenti e i pedinamenti degli assuntori che vengono ascoltati per avere conferme degli acquisti di sostanza stupefacente. Dalle intercettazioni i carabinieri scoprono la presenza di «un impianto di videosorveglianza anche in un altro appartamento della medesima scala della palazzina di viale Grecia e, precisamente, quello posto al quinto piano, che affacciava verso l'ingresso dell'area condominiale. La telecamera puntava verso l'androne di accesso alla palazzina. Tale appartamento era stato dotato di grate all'entrata e, quindi, ragionevolmente destinato alla custodia, stoccaggio, lavorazione e spaccio della sostanza stupefacente».

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Droga che molto spesso veniva acquistata direttamente a Roma. A novembre 2018 si verifica un violento pestaggio «ed il passaggio di mano della piazza di spaccio». Il che ha fatto escludere agli investigatori la presenza di un'associazione, ma un semplice concorso, pur con una divisione di compiti. La figura di spicco emersa dalle indagini è quella di Ivan Cupido il quale, si legge nell'ordinanza, «interviene in tutte le fasi dell'illecita attività individuata come elemento più rappresentativo e di riferimento per gli altri, manteneva i contatti con i fornitori romani, teneva il laboratorio dove confezionare la sostanza stupefacente ed organizzare l'attività all'interno della piazza di spaccio. Come un vero capo, Ivan Cupido non maneggia mai in prima persona la sostanza stupefacente, incaricando i suoi più fidati di effettuare i trasporti e le consegne. Aveva interesse in entrambe le piazze di spaccio individuate: via Marittima e viale Grecia».

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