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L'intervista

La Tav secondo Smeriglio: «Opportunità irripetibile, occorre un'azione corale»

Vicepresidente della Regione per anni, adesso europarlamentare: «La stazione Tav è la vera sfida da classe dirigente»

Massimiliano Smeriglio è stato l'ideologo e l'architetto di Piazza Grande, la piattaforma programmatica con la quale Nicola Zingaretti ha vinto il congresso del Pd diventando segretario nazionale. Vicepresidente della Regione per anni, adesso fa l'europarlamentare, carica alla quale è stato eletto da indipendente nella lista dei Democrat. Lo abbiamo intervistato.

Allora Smeriglio, come è la pandemia Covid vista dall'Europa?
«L'Europa sta attraversando un momento drammatico, nella consapevolezza che è già cambiato tutto. Ci sono ancora situazioni critiche, ma pure dati confortanti. Come quello del Lazio. Il focolaio di Roma non ci voleva, ma la pandemia è stata fronteggiata con grande competenza e determinazione».

La preoccupa di più la pandemia economica? «Certo. Ma proprio in questa situazione l'Europa ha dimostrato di esserci. Mettendo in campo qualcosa come 255 miliardi di euro. Nessun Governo nazionale avrebbe avuto la possibilità di fare una manovra del genere. Quei fondi sono un'opzione importante,per il Governo e per le Regioni. Al Lazio andranno 25 miliardi».

Il problema però è la scarsa capacità di spesa del nostro Paese, ad ogni livello.
«Vero, ma dobbiamo voltare pagina. Nel momento dell'emergenza sanitaria il Governo ha tenuto bene.
Ora c'è una fase economica complessa e delicata.
Però va detta una cosa: la manovra messa in campo dall'Europa non ha nulla a che fare con quelle adottate, per esempio, per la Grecia. Dobbiamo investire su progetti veri nei campi dell'ambiente, dell'innovazione, della formazione, della digitalizzazione, puntando ad abbattere i tempi della burocrazia. Non abbiamo alternative: o utilizziamo noi quelle risorse, o lo faranno i nostri competitor. Marx scriveva: "Hic Rhodus, hic salta". "Qui è Rodi, qui devi saltare". Così come dobbiamo utilizzare i 37 miliardi del Mes per ripensare la sanità pubblica. Non si può rinunciare alla medicina del territorio e di prossimità. Laddove ha funzionato (come nel Lazio), il Covid è stato contenuto meglio».

Cosa pensa degli Stati Generali in corso a Villa Pamphili, voluti dal premier Conte e dal Governo? «La premessa è che gli Stati Generali sono una cosa seria. Si poteva fare meglio francamente. Intanto i tempi sono troppo lunghi. In secondo luogo il confronto poteva avvenire nelle sedi deputate del Parlamento. Ma soprattutto l'evento poteva essere svolto in streaming.
Ma come, abbiamo imparato lo streaming dai Cinque Stelle e adesso proprio loro lo hanno accantonato? L'impostazione a porte chiuse trasmette inevitabilmente il messaggio di una "elite" ripiegata su sé stessa. Non va bene. Bisognava aprire porte e finestre».

Prevede una scissione nel Movimento Cinque Stelle?
«Non credo nella scissione. Stanno attraversando un periodo di transizione Ma il ragionamento è questo: loro sono nati con la premessa di un superamento definitivo della Destra e della Sinistra. Invece Destra e Sinistra sono rimaste e i Cinque Stelle si stanno orientando verso una direzione progressista. Le frizioni sono inevitabili, ma confido nell'intelligenza istintiva di Beppe Grillo».

Nei sondaggi il Pd resta inchiodato al 20%. Insomma, non cresce. Cosa c'è che non va? «Zingaretti ha preso il partito in un momento difficilissimo, lo ha riorganizzato ottenendo un buon risultato alle europee. Poi un virus ha cambiato il mondo in ogni suo aspetto. Penso che il Pd resti un esempio di partito solido e generoso. In un contesto politico, quello italiano, molto liquido».

Ma con il 20% non si può nemmeno competere.
«Bisogna puntare sulle alleanze. A Roma, in una delle vittorie di Francesco Rutelli, il Pds era al 16%. L'obiettivo è un sistema di alleanze che arrivi stabilmente tra il 45% e il 50%. Penso ad un'alleanza di centrosinistra che coinvolga i Cinque Stelle, il mondo ecologista e le civiche».

Senta Smeriglio, ma non è che alle comunali di Roma il Pd e il centrosinistra alla fine sosterranno Virginia Raggi? Magari nell'ambito di un accordo anche nazionale?
«Le elezioni comunali sono molto particolari, interpretano il tempo e le fasi di una città. Non penso proprio che possano esserci gli spazi politici per un sostegno a Virginia Raggi. Non do un giudizio sui Cinque Stelle e sulla Raggi. Il giudizio è sull'amministrazione della città di Roma. Da anni la situazione è drammatica. Da quando cioè non è più sindaco Walter Veltroni. Il fallimento della Raggi segue quello del centrosinistra e della destra. Oggi il Comune di Roma è senza "anima". Senza… manutenzione. Parliamo della città eterna, di 3.000 anni di storia.
Dobbiamo invece voltare pagina. Alle comunali si vota con il doppio turno. Io dico: niente furbizie, il centrosinistra organizzi intanto le primarie delle idee. E se poi non si trova una sintesi su una candidatura a sindaco unitaria, allora si celebrino anche le altre primarie».

Domenica scorsa ci sono state le prima fermate Tav a Frosinone e Cassino. Un'opportunità straordinaria per la Ciociaria, un "corridoio" diretto con il nord Italia e con l'Europa.
«Va dato atto a Nicola Zingaretti di aver sempre creduto nelle potenzialità del territorio della provincia di Frosinone. Dove ci sono indubbiamente degli asset strategici altamente competitivi, anche sul piano industriale. Penso all'eccellenza del chimico-farmaceutico, ma non solo. È evidente che la piattaforma infrastrutturale è interessante e il potenziale enorme. Penso soprattutto alla stazione Tav che potrebbe essere realizzata a pochi metri di distanza dal casello autostradale di Ferentino, dalla superstrada che porta a Sora e quindi in Abruzzo. La classe dirigente del Pd sta lavorando bene su questo. Mi riferisco a Francesco De Angelis, Mauro Buschini, Sara Battisti.
Credo però che tutta la classe politica locale dovrebbe effettuare un salto in avanti per assumere una dimensione non soltanto provinciale. Anzi, questa è una necessità dell'intera classe dirigente, non solo di quella politica. La stazione della Tav e le fermate del treno ad Alta velocità rappresentano una sfida economica, sociale, ma anche e soprattutto culturale. Dico un'ultima cosa. C'è un'altra opportunità importante dall'Europa, il Recovery Fund. Uno strumento che può garantire convergenza, competitività e coesione nel lungo periodo. Perché non pensare di utilizzarlo anche per la provincia di Frosinone nell'ambito di un progetto di dotazione infrastrutturale?».

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