Spazio satira
La riflessione
31.05.2020 - 15:00
Immagine generica
Ci siamo. Tra pochi giorni sarà possibile circolare liberamente tra Regioni, anche se l'invito alla cautela viene ribadito costantemente dai nostri politici. Un po' come quando si dice ai bambini di giocare senza farsi male. E speriamo bene. Con la "fase 2" abbiamo già potuto incontrare due tipologie di individui. Da una parte quelli ancora guardinghi che «esco il minimo indispensabile e quando esco non vedo l'ora di tornare a casa», dall'altra quelli che «è finito il confinamento, è finito anche il virus».
Sono quelli che hanno già archiviato le distanze di sicurezza e le mascherine («aspetta che la prendo, dovrei averla in tasca» e, dopo aver frugato per bene, tirano fuori un oggetto appallottolato non ben indentificato). Ci sono quelli che si sono buttati nella "fase 2" a piccoli passi («chi va piano va sano e va lontano») e quelli che si sono invece riversati in massa nei negozi di bricolage e di mobili fai da te (per riparare la casa sfasciata da due mesi di convivenza forzata in famiglia o per renderla più funzionale nel caso di un eventuale nuovo lockdown?).
Con il ritorno alla "quasi" normalità è poi apparsa una nuova parola nella nostra quotidianità: sanificazione. Suona bene, regala un senso di sicurezza. Se all'ingresso di un negozio si legge "locale sanificato" viene quasi voglia di rotolarsi sul pavimento. Attorno a noi, ormai, è tutto sanificato. In quelli d'abbigliamento, gli indumenti provati ma poi non comprati vengono immediatamente sanificati da una gentile (e sicuramente felice…) commessa. Tutto questo non è forse bellissimo? Sì, tranne se nessuno controlla e soprattutto se questo comporta dei "costi covid" per il consumatore.
Costi aggiuntivi di "sanificazione" sono apparsi un po' ovunque, dal parrucchiere come nelle autofficine.
L'invito alla cautela è valido anche in questo caso, altrimenti anche il nostro portafoglio sarà ben presto sanificato.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione