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Il risvolto

Covid, l'Inail tratta i casi come un infortunio e non una malattia: ecco perchè

Sono oltre 37.000 le denunce di infortunio sul lavoro per contagio da Covid 19 mentre quelle di infortunio mortale sono 129. I totali fino al 4 maggio

Sono oltre 37.000 le denunce di infortunio sul lavoro per contagio da Covid 19 mentre le denunce di infortunio mortale sono 129. Lo fa sapere l'Inail spiegando che i dati si riferiscono alle denunce arrivate fino al 4 maggio e che si registra un aumento di 9.000 unità rispetto alla prima rilevazione diffusa il 21 aprile (31 in più per i casi mortali).

Contrarre il Covid-19, essere messi in quarantena, alcuni ricoverati in ospedale, altri in isolamento domiciliare e non poter andare a lavorare: l'Inail tratta questi casi come infortuni, non come malattia. Non è possibile paragonare il contagio ad una influenza o ad un'altra malattia, per questo la tutela fornita è quella di un infortunio.

«Anche perché - ci spiega il direttore dell'Inail di Latina Massimo Potestà - in questo modo possiamo monitorare l'assistito anche nel post contagio. Se fosse una malattia, spariti i sintomi come la febbre sarebbe tutto finito, invece dobbiamo capire se e quali conseguenze, a 360 gradi, il contagio si porta dietro».

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