La testimonianza
04.05.2020 - 11:00
Sara Terpino, in arte Luthien, è una venticinquenne di Vico nel Lazio che dopo essersi laureata all'Accademia di Belle Arti di Frosinone attualmente vive in Belgio, ad Anversa.
Cosa fai ad Anversa?
«Al momento sto svolgendo il mio tirocinio post-laurea insieme ad Athar Jaber, artista italo-iracheno, e con lui sto perfezionando l'arte del marmo. Athar, oltre ad essere tra i migliori scultori nella nazione belga, è anche docente delle tecniche del marmo e delle pietre dure alla Royal Academy of Fine Arts di Anversa, la quarta più antica accademia d'arte in Europa dopo Roma, Parigi e Firenze».
Come è la situazione in merito all'emergenza Covid-19?
«Non meno seria di quella italiana. Tutti i Paesi europei hanno guardato l'Italia come un esempio da seguire in questa emergenza e il Belgio non è stato da meno. Seppure i numeri dei contagi e dei decessi da Coronavirus sono ancora drammatici, anche qui dal 4 maggio le restrizioni diminuiranno gradualmente. I ristoranti sono già aperti al servizio "take away" e in previsione ci sono le riaperture dei negozi e delle scuole intorno la metà del mese di maggio, nonostante i virologi abbiano più volte sottolineato che forse è prematuro. In tutta questa triste situazione, però, mi fa piacere far sapere che una donna di novantotto anni a Liegi ha sconfitto in ospedale il Coronavirus ed è tornata a casa sana e salva. Quando si parla dell'eccezione alla regola».
Sei lontana da casa da diverso tempo e soprattutto, anche volendo, non hai possibilità di ritornare. Stai soffrendo per questa situazione?
«Abbastanza, come tutti penso. Chi mi conosce sa che sono una persona estroversa, espansiva e piena di energia. Amo stare tra la gente tanto quanto negli spazi aperti e questa situazione mi priva di ogni ispirazione, ma so che questo triste momento passerà e forse umanamente questa situazione potrebbe anche arricchirci».
Quale è il tuo sogno?
«Dopo tanto studio, dopo tanto sacrificio anche da parte dei miei genitori che prima di me hanno creduto nella mia specializzazione e hanno investito sulla mia persona, vorrei semplicemente lavorare con tutto il mio bagaglio di esperienze e renderli fieri di me. Vorrei essere riconosciuta per le mie doti e magari seriamente stabilirmi da qualche parte. Non bramo fama e denaro, ma soltanto un riconoscimento di quelle che sono le mie capacità e magari vivere di questo, perché no. Forse Anversa mi porterà fortuna e magari mi aprirà le porte a qualche possibile lavoro, chi lo sa...».
Un'ultima domanda. Quanto ti mancano Vico nel Lazio e la tua famiglia?
«Mi mancano ogni singolo giorno. Vico nel Lazio, che è splendidamente incorniciato tra le più belle montagne che io conosca, prima di essere il borgo medievale prezioso qual è, è la mia casa, mi ricorda tutta la mia infanzia e i miei affetti, e a prescindere da dove la vita mi porti, "casa" non si dimentica mai. Amo infinitamente mio padre, mia madre, mio fratello, tutta la mia famiglia e i miei amici che, con l'occasione, saluto e abbraccio con affetto e li ringrazio, perché hanno contribuito a costruire la persona che sono oggi. Di una cosa sono certa, questi giorni difficile per tutto il mondo passeranno».
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