Spazio satira
L'analisi
04.05.2020 - 10:30
La paura dei commercianti di non rialzare più le saracinesche è tanta e neppure troppo peregrina. Due mesi di fermo li hanno fiaccati nello spirito e nel portafoglio. E le misure - per gli operatori del food, per i parrucchieri e gli estetisti - da adottare per la riapertura del primo giugno non li rassicurano di certo, tanto che nei gruppi WhatsApp sempre di più sono coloro che iniziano a pensare di non riaprire a queste condizioni. In parecchi non riuscirebbero a sostenere una ripartenza né logisticamente né economicamente.
E, in effetti, in base alle nuove ipotesi di progressiva e graduale riapertura delle attività economiche, e immaginando la data del primo ottobre come la più realistica per il ritorno a una fase di completa normalità, seppure con l'attivazione di protocolli di sicurezza che modificheranno i comportamenti di famiglie e imprese, si stima per il 2020 un crollo dei consumi pari a quasi 84 miliardi di euro (-8% rispetto al 2019). Queste le stime aggiornate dell'Ufficio Studi Confcommercio sugli effetti del lockdown causato dal Coronavirus. Oltre tre quarti della perdita dei consumi – prosegue la nota – sono concentrati in pochi settori di spesa: vestiario e calzature, automobili e moto, servizi ricreativi e culturali, alberghi, bar e ristoranti. Questi ultimi due, in particolare, sono i comparti che registrano le cadute più pesanti: -48,5% per i servizi di alloggio e -33,3% per bar e ristoranti.
A livello di numeri, nel Lazio si contano 44.805 imprese del settore pubblici esercizi, in provincia di Frosinone sono 3.262 (banca dati Cciaa aggiornata al 30 marzo 2020). Sempre nel Lazio, 10.000 aziende rischiano di non riaprire, 800 in provincia di Frosinone (oltre il 22%), con più di 30.000 posti di lavoro complessivi in pericolo. Insomma se i numeri fossero confermati, le prospettive per il comparto, sarebbero davvero preoccupanti.
«Si sta condannando il settore della ristorazione e dei parrucchieri alla chiusura totale. Occorre ripensare l'agenda e intervenire urgentemente - ha detto Gianluca Quadrini, vice coordinatore regionale azzurro e consigliere provinciale - Permettere la vendita di cibo d'asporto da oggi non salverà bar e ristoranti. Anzi, ritardarne l'apertura fino al primo giugno condannerà molti di questi esercenti. Non solo. Si sta condannando il settore della ristorazione e dell'intrattenimento alla chiusura totale. Occorre subito ripensare l'agenda e intervenire urgentemente con sostegno economico e contributi a fondo perduto a favore di settori destinati al fallimento e per questo pronti alla rivolta».
Ma anche i sindaci iniziano a sollevare il problema. Simone Cretaro, al quale quattordici commercianti verolani che fanno capo al movimento Mio, hanno simbolicamente riconsegnato le chiavi delle loro attività, chiedendogli di rappresentare le loro difficoltà al Governo e alla Regione, interviene con chiarezza. «L'errore da evitare è quello di pensare che si tratti di un problema che riguarda solo i commercianti, e che potrà essere risolto solo dalle Istituzioni. I nostri commercianti hanno, infatti, bisogno di tutti noi - dice il primo cittadino verolano - Se crediamo che le attività commerciali siano un valore per la nostra comunità, dovremmo ricordarcelo anche quando davanti al nostro computer saremo tentati di acquistare on line quello che invece, abbiamo a poca distanza di casa, magari spendendo qualche euro in più, ma senza il sorriso e le cortesia del nostro commerciante, dimenticando che non ci stanno vendendo solo un prodotto, ma ci stanno fornendo anche un servizio».
L'intervento
«Ringrazio la Camera di Commercio di Frosinone, in particolare il Presidente Pigliacelli, per l'importante iniziativa intrapresa verso le attività commerciali in difficoltà. La scelta di sostenere il commercio, un settore indubbiamente in fortissima difficoltà, con contributi per la sanificazione e per le spese straordinarie, immettendo liquidità immediata, significa molto per tanti cittadini», interviene la consigliera regionale Sara Battisti. Ricordiamo che la Giunta della Camera di Commercio di Frosinone ha dato il via libera a interventi per 2,25 milioni di euro, per sostenere chi è in difficoltà. «Fondamentale anche il contributo concesso per l'acquisto dei pacchi alimentari per le famiglie più bisognose, che testimonia come la Cciaa sa essere solidale e vicina ai bisogni dei cittadini. Anche noi come Regione Lazio
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