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Il libro

Giornata mondiale della Terra: il futuro del pianeta e la scelta etica

Riscaldamento globale, inquinamento, perdita di biodiversità: siamo al punto di non ritorno. L'analisi di Federico Butera, quello che serve per salvare la Terra

Esistono libri che, affrontando argomenti scomodi e scottanti, hanno la capacità di informare il lettore in modo serio ed imparziale e lo stimolano ad effettuare una serie di profonde riflessioni sul futuro. Uno di questi è, senza alcun dubbio, "Affrontare la complessità – Per governare la transizione ecologica", a firma di Federico M.
Butera, da non molto pubblicato per le Edizioni Ambiente (305 pagine): un volume che «è pensato specialmente per gli educatori come testo di riferimento per trasmettere –nelle scuole di ogni ordine e grado –quell'informazione sistemica che è essenziale perché le nuove generazioni possano aggiustare quello che le vecchie hanno guastato».

L'autore, con una chiarezza invidiabile, con uno stile impeccabile e senza troppi fronzoli, grazie alla forza oggettiva di dati, statistiche e ricerche scientifiche, ci mette "con le spalle al muro", e ci inchioda alle nostre responsabilità, ricordando che «sono due i fenomeni che minacciano la stabilità del sistema Terra: il riscaldamento globale e la perdita di biodiversità. Dobbiamo cercare di riportarli sotto controllo. Il tutto è complicato dal fatto che i due fenomeni sono fra loro connessi, ed entrambi incidono negativamente sulla sola cosa di cui non possiamo assolutamente fare a meno: il cibo... dobbiamo imparare a usare meno risorse, e a usarle meglio; a uscire dalla logica della crescita indefinita, sfruttando le risorse naturali come se fossero infinite, perché non lo sono. Dovremo imparare a rinunciare alle lusinghe dell'iperconsumismo, al flusso inarrestabile di beni spesso inutili e soggetti a una rapidissima obsolescenza. Dovremo cambiare il nostro stile di vita, imparando a rispettare le regole del sistema nel quale siamo immersi...
ben pochi hanno un'idea complessiva della situazione in cui ci troviamo, e questa carenza di conoscenza non permette di affrontare i problemi nel modo giusto ed efficace».

Sulla base di queste articolate premesse, Butera ci accompagna dentro l'inquietante drammaticità dei "limiti planetari", snocciolando numeri e dati, e commentando grafici e tabelle dettagliatissimi che fanno comprendere – anche ai più scettici – che il punto di non ritorno è molto più vicino di quanto si possa credere. Un'analisi completa ed approfondita sui catastrofici effetti di una scellerata antropizzazione, la quale non ha saputo sfruttare in maniera intelligente lo sviluppo tecnologico che ha caratterizzato soprattutto gli ultimi cento anni, e non ha gestito adeguatamente il (più o meno) generalizzato miglioramento delle condizioni di vita della popolazione mondiale.

Il libro si pone l'obiettivo di fare chiarezza «sulle questioni ambientali – l'inquinamento, i cambiamenti climatici, l'acidificazione degli oceani, i consumi di acqua e di risorse, le trasformazioni dei suoli e la distruzione della biodiversità – da una prospettiva che evidenzia le interconnessioni tra le parti di quel sistema meravigliosamente complesso che è il nostro pianeta. Nel contempo, ne chiarisce le relazioni con i sistemi politici, economici e sociali ed evidenzia la possibilità che rischi di cambiamenti di stato nella biosfera possano destabilizzare rapidamente il funzionamento delle nostre economie». Non solo.

Il famoso accademico siciliano (professore emerito di Fisica Tecnica Ambientale al Politecnico di Milano) evidenzia infatti che la carenza di cibo e di acqua potabile e gli sconvolgimenti climatici che si profilano all'orizzonte costituiscono un potenziale detonatore, in diverse zone del pianeta, di latenti sommovimenti sociali e bellici. Butera propone delle possibili soluzioni ai citati problemi. Ma al tempo stesso avverte: «Credere che sostituendo il fotovoltaico al petrolio, l'eolico al carbone, il biogas al gas naturale, la plastica biodegradabile a quella fatta col petrolio torneremo in armonia con l'ambiente è un errore che porta a lasciare le cose come stanno, continuando a navigare verso la catastrofe, solo a velocità più ridotta...
la problematica è molto più complessa e investe tutto: dal modo in cui si produce al metodo con cui si costruisce, dal sistema con cui ci si sposta al modo in cui ci si alimenta...
magari bastasse solo sostituire le fonti fossili con le rinnovabili. Certo, va fatto, è indispensabile, ma è solo una parte del problema... a generare lo scontro uomo-natura è stato l'attuale modello economico e culturale, è il capitalismo nella sua forma estrema».

L'autore del libro-inchiesta ritiene che la svolta possa essere impressa sia da un "illuminato" sviluppo sostenibile globale (che passi attraverso l'utilizzo dei biocarburanti, delle bioplastiche e dell'idrogeno verde), ma anche da un progresso tecnologico che stimoli, ad esempio, attraverso processi sempre più efficienti, la sottrazione di CO2 dall'atmosfera, e che crei nuove tipologie di mobilità sostenibile. Inoltre Butera invita tutti ad adottare comportamenti più virtuosi: «Dipende da noi decidere se cambiare l'auto o scegliere di venderla e di abbonarci al car sharing. Dipende da noi la scelta della nostra alimentazione».

Si tratta quindi di singole "scelte etiche" che, se adottate dalla maggioranza delle persone, potrebbero arrivare ad avere un impatto determinante sul destino del nostro pianeta, salvandolo da una morte prematura: «La rinuncia all'acquisto di un prodotto fortemente reclamizzato, ma sostanzialmente inutile, o di un suv per andare a fare shopping, la rinuncia alla bistecca ogni giorno, sono comportamenti efficaci se messi in atto da tutti, potrebbero proteggerci dagli effetti catastrofici del degrado ambientale». 

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