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Ceccano verso il voto

Confronto pubblico tra i cinque candidati sindaci

Il confronto organizzato dal Comitato centro storico. Toni pacati e fair play. E proposte diverse per obiettivi condivisi. Sette gli argomenti affrontati

La politica in piazza, come non si vedeva da molti anni. I cinque candidati sindaci ad esporre i loro programmi, la gente, circa 150 persone, ad ascoltarli. Sette argomenti, due minuti a testa per rispondere. Qualche applauso, nessuna contestazione. E nemmeno affondi polemici. Piuttosto una convergenza su più temi: la partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa, la trasparenza, porte sempre aperte a Palazzo Antonelli. Un confronto dai toni tranquilli, tanto fair play, qualche distinguo, zero squilli, men che meno attacchi personali o veleni.

Il merito di quello che potrebbe restare l’unico confronto pubblico tra i candidati alla fascia tricolore va ascritto al Comitato centro storico, che il 9 marzo scorso all’Antares aveva raccolto le istanze dei cittadini e che ieri, in piazza Municipio, proprio sotto Palazzo Antonelli, ne ha riproposto una selezione agli aspiranti sindaci: Ugo Di Pofi, Fabio Giovannone, Manuela Maliziola, Luigi Mingarelli e Andrea Querqui. La presidente del comitato Patrizia Fabi ha introdotto l’incontro e ringraziato don Italo per il prezioso sostegno operativo. Esprimendo un desiderio: «Ci auguriamo che la prossima amministrazione usi il criterio della competenza nell’attribuire gli incarichi».

Quindi Pietro Alviti, giornalista e membro del comitato, ha sottoposto ai candidati le sette domande. La prima: dopo gli arresti eccellenti del 24 ottobre perché i ceccanesi dovrebbero votarvi? «Questo mio impegno nasce proprio dallo scossone del 24 ottobre - ha risposto Di Pofi - Sento la necessità di mettere a disposizione della città la mia esperienza professione. Vogliamo ripartire nel modo giusto, facendo tesoro degli errori del passato e con spirito di gruppo». «Per guardare al futuro occorre la consapevolezza di quanto accaduto - ha detto Giovannone - Vogliamo una città normale che vada avanti passo dopo passo, senza progetti irrealizzabili. Ci sono tanti professionisti sul territorio che possono fare la differenza».

«I fatti del 24 ottobre hanno suscitato in noi la voglia di riscatto di una città infangata - ha esordito Maliziola - Per questo vogliamo ricostruire il rapporto tra Comune e cittadini che è alla base della vita politica e amministrativa». «Da diciotto mesi proponiamo un’idea diversa di città e di partecipazione popolare - ha affermato Mingarelli - Abbiamo discusso con i gruppi a noi vicini, ma non abbiamo firmato cambiali in bianco, decidendo di presentarci con le nostre due liste. Con noi si riparte dalla difesa dei diritti dei cittadini». «Ciò che è successo il 24 ottobre è grave. Ora bisogna fare in modo che i cittadini abbiano voglia di tornare a votare - ha incalzato Querqui - I nostri principi sono legalità, serietà, impegno. Come? Garantendo la trasparenza: tutte le informazioni sul sito del Comune e tre o quattro incontri pubblici all’anno con la cittadinanza per spiegare quello che si sta facendo».

I candidati hanno poi risposto sui punti irrinunciabili dei rispettivi programmi, sul loro impegno in tema di trasparenza, sui disagi dovuti alla turnazione della fornitura d’acqua nel centro storico con un richiamo corale al rispetto della carta dei servizi da parte del gestore Acea. E ancora, tutti d’accordo o quasi sull’adesione all’Area vasta, simili anche le idee per rilanciare commercio, turismo e attività produttive. Come pure sulla cultura, con proposte diverse ma un fine unico: rilanciare le tradizioni, la socialità e l’economia attraverso eventi di spessore. Infine il centro storico col suo degrado e le proposte per ripopolarlo e renderlo attrattivo. La chiosa finale della presidente Fabi: «Anche noi cittadini saremo trasparenti con i prossimi amministratori? Oppure continueremo a chiedere favori personali?».

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