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L'intervista

Laura Pausini e la nomination agli Oscar: "Orgogliosa di essere italiana"

Ieri la conferenza stampa per la nomination agli Oscar con il brano “Io sì”. Commossa e felice: "È così contrastante questa gioia con il momento che stiamo vivendo"

Ciò che lascia senza fiato è la sua umiltà. Quando racconta i momenti che l'hanno portata a questa nomination si commuove e le lacrime arrivano agli occhi se pensa a quella ragazza partita da Sanremo e arrivata alla nomination più importante cui si possa aspirare. Laura Pausini è candidata al premio Oscar, per la "Miglior canzone originale".

Il brano è "Io si", colonna sonora del film "La vita davanti a sé" con Sophia Loren. È un brano che sta spopolando in tutto il mondo e che, attualmente, si trova al ventesimo posto tra le canzoni più trasmesso dalle radio degli Stati Uniti.

«Da agosto 2020 ad oggi sono entrata a far parte di una grande famiglia che non mi ha solo chiesto di essere la voce della canzone principale, ma ha creato un gruppo di persone che si sono dedicate con passione e dedizione alla creazione artistica di questo film – ha affermato Laura Pausini -. Tutti ci siamo messi a disposizione del messaggio che vogliamo portare dall'Italia nel resto del mondo. Voglio ringraziare Sophia, Edoardo, Diane, Niccoló, Bonnie e l'intero team di "La vita davanti a sé" perché ho scoperto un nuovo modo di scrivere e di essere diretta nell'interpretazione del canto che normalmente faccio, per mia scelta, in completa solitudine. Ringrazio anche Palomar e Netflix che mi hanno accompagnata in questo sogno. Questa nuova nomination è più travolgente che mai a  livello emotivo, perché è importante anche per il nostro Paese e per la cultura italiana.

La canzone e il film sono dedicati alle persone che si sentono perse, abbandonate, senza protezione. Stato d'animo che conosco e che oggi più che mai vive in molte persone a causa della pandemia. La speranza è l'insegnamento che questa canzone, e questo film, si sono proposti di dare. È il tema principale. Anche per questo, in maniera particolare, ringrazio l'Academy».

Il ricordo, inevitabilmente, ritorna alle origini. E torna, soprattutto, a quel Festival di Sanremo condotto da Pippo Baudo dove Laura Pausini vinse. Il momento in cui prese il via una carriera folgorante e senza fine: «Da quando ho vinto il Festival di Sanremo mi sono continuamente chiesta perché fosse successo a me.
Ma da quel giorno è nato dentro di me il desiderio di non accontentarmi mai. I premi sono bellissimi, ma significano anche qualcosa. Ottenere una nomination o un premio non significa essere arrivati, ma solo iniziare qualcosa di nuovo. Ogni tanto mi spaventa perché non so se sono in grado. Le cose diventano sempre più importanti ora, e anche per questo a volte mi sento piccola. Mi chiedo se sono capace di meritare tutto ciò.

Cosa ci sarà dopo l'Oscar?
«Forse quello che c'era prima. Se dovessi vincere non c'è un altro premio. È tutto così gigante, tra l'altro in un momento così fragile come quello che stiamo vivendo.
Quando è arrivata la nomination mi sono chiesta come potessi giustificare una così grande contraddizione.
Un messaggio di gioia in un momento tanto difficile».

"Io si" forte e ricco di emozioni. Ma come nasce il brano?
«La canzone è nata in inglese. Poi Edoardo mi ha chiesto di intonare qualche frase in italiano, ma mischiare le due lingue non era facile. Per questo motivo è nata la prova in italiano. Siamo stati dietro a questo testo almeno un mese perché volevamo dare la stessa intensità della versione originale. E quando nel brano canto ‘Quando essere invisibile è peggio che non vivere, nessuno ti vede' mi commuovo. Oggi è facile essere invisibili, viviamo un momento in cui siamo tutti costretti a essere separati, anche nelle famiglie».

E se dovesse vincere, a chi dedicherà la vittoria? «Mi sento orgogliosa di essere italiana e di vivere questo momento così emozionante insieme agli italiani.
Non ho mai scritto discorsi per una possibile vittoria, ma questa volta l'ho fatto. Quello che mi sta accadendo, lo dedico al mio babbo. A otto anni gli dissi che volevo come regalo il microfono. Da quella sera abbiamo iniziato insieme. Mi ha sempre detto che i miei sogni erano troppo piccoli, io non volevo neanche fare Sanremo. Ciò che volevo fare nella vita era cantare, e farlo nei pianobar è la stessa cosa. Cambia solo la dimensione».

Ha sentito Sophia Loren ed Edoardo Ponti?
«Ho sentito Sophia ed Edoardo. Sono piena di riconoscenza perché tutto questo sta accadendo grazie a loro. Sono piena di riconoscenza perché mi hanno scelto, per la canzone e per il messaggio che contiene.
Questo momento che io, la mia famiglia, tutti noi, stiamo vivendo lo devo al giorno in cui Sophia disse ‘chiamate Laura Pausini'. Farò il possibile per rendervi orgogliosi, spero di dare il meglio di me e di essere all'altezza della situazione».

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