Il delegato all’ambiente Alessandro Savoni fornisce i dati sulle polveri sottili raccolti dalla centralina mobile dell’Arpa in via Falcone tra il 29 dicembre e l’11 gennaio scorsi e quelli del campionatore installato per ora in via della Valle (dal 22 gennaio). Dati che possono essere incrociati con quelli pubblicati sul portale dell’Arpa Lazio e relativi alla centralina fissa della Borgata.

Da questi ultimi, tenendo conto dei ventuno giorni in questione, emerge che ci sono stati ben diciassette sforamenti del valore-limite (50 microgrammi per metro cubo) delle Pm10, con picchi davvero preoccupanti di 182, 191 e 189, rispettivamente il 27 dicembre, il primo e il 2 gennaio. A parte il 29 dicembre (38), il 5 (44)e il 7 (43), in ogni caso oltre i limite senza tolleranza, la “mosca bianca” resta il 6 gennaio (13). Per il rilevatore mobile sistemato per alcuni giorni nell’area dell’ex pretura, invece, la fase critica si è avuta tra il 31 dicembre e il 3 gennaio (79, 117, 115 e 87), poi quattro giorni “tranquilli” (47, 30, 10 e 24) e un nuovo rialzo tra l’8 e l’11 gennaio (62, 50, 63 e 71).

Infine il campionatore installato nella contrada La Valle registra dal 22 al 28 dicembre sette superamenti (55, 73, 83, 105, 81, 101 e 54), poi altri tre (135, 101 e 54) tra il 2 e il 4 gennaio, quindi una fase passeggera (42, 21 e 37) e nuovamente un eccesso di Pm10 l’8 gennaio (75). Dati che consentono a Savoni di tirare le prime somme sul monitoraggio: «Il maggior contributo allo smog - spiega - viene dagli impianti di riscaldamento. Negli anni, complice la crisi economica, si è incentivato l’uso delle stufe a pellet e dei camini a legna e ora ne paghiamo le conseguenze». Conclusioni in linea con quelle del recente studio indipendente condotto dell’associazione Tolerus sulla qualità dell’aria: più che le auto il problema sono i comignoli.