Quattro giorni di viaggio, quattro mezzi carichi di aiuti e un solo obiettivo comune: aiutare il popolo ucraino. Sono tornati mercoledì sera i volontari dell'associazione sorana "Noi x San Rocco" ed i volontari dell'associazione isolana "A.v.e.e.s." da un viaggio che non dimenticheranno facilmente, ma la loro volontà è proprio quella di tornare in quella lontana terra per aiutare la popolazione che è in guerra.

«Abbiamo fatto un viaggio veramente stancante, con la neve, con i mezzi super carichi - ha detto Silvestro Petrozzi il vicepresidente dell'associazione Noi x San Rocco - È stato impegnativo, ma bello. Abbiamo lasciato tanti beni che sono già arrivati a destinazione in famiglie, ospedale, orfanotrofi. Noi siamo arrivati in Romania e lì abbiamo avuto problemi con la dogana. Mia moglie è ucraina e insieme ad un altro dei nostri volontari sono potuti entrare in ucraina per scaricare un furgone, ma gli altri tre non volevano farli passare. Mia moglie si è innervosita e si è fatta sentire e così degli ucraini con i furgoni hanno raggiunto noi che eravamo fuori dai confini e così abbiamo potuto caricare i loro mezzi.

Mi sono riportato tanta emozione qui a casa in Italia. Abbiamo incontrato tanti sguardi che non dimenticherò mai, sono un popolo con estrema dignità. Siamo orgogliosi di questo viaggio e di poter aver aiutato. Sicuramente non di dimenticherò mai l'umiltà di donne e bambini che in queste lunghe file verdi uscivano. È stato un bel viaggio e ci riproveremo».

Grande è stata la festa mercoledì sera nel cuore di Sora dove ad accogliere i volontari parenti ed amici che per salutarli hanno scelto l'inno italiano e ucraino. «Ora ci riposiamo, ma prima della metà di aprile ripartiremo - Ha detto Salvo Piccinini, governatore dell'A.v.e.e.s. che al rientro si è detto pronto ad affrontare nuovamente il viaggio - Non ho avuto cambio, ho guidato sempre io andata e ritorno.

Abbiamo aiutato il popolo ucraino e continueremo a farlo, abbiamo stretto contatti con le persone del posto e con la croce rossa della Romania. Ringraziamo quanti hanno donato e permesso di compiere il primo viaggio, ma vogliamo tornarci. Ci hanno chiesto indumenti termici perché lì c'è la neve e si bagnano chi combatte e fanno dei fuochi per asciugarsi. I volti delle persone, le loro storie hanno spalancato il nostro cuore e non ci tiriamo indietro. Torneremo a breve lì per aiutarli, un altro nuovo viaggio che partirà da questa terra che tanto si è dimostrata pronta a donare».