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L'omicidio a Castelmassimo

Sparò e uccise lo zio, oggi la sentenza

Il 9 giugno 2024 la lite sfociata nel sangue. Accusato del delitto Alessandro Dell’Uomo. Il pm ha chiesto sedici anni per il quarantanovenne. Prima del giudizio le discussioni della difesa

Uccise lo zio a colpi di pistola, oggi la sentenza

Il luogo del delitto

A giugno 2024 la lite sfociata nel sangue a Castelmassimo. Accusato dell’omicidio dello zio Silvio Scaccia e del ferimento del cugino Mariano, Alessandro dell’Uomo. Oggi è prevista la sentenza nel tribunale di Frosinone, dopo le discussioni della difesa. L’imputato ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato. Il pm ha chiesto sedici anni per il quarantanovenne.

La ricostruzione
L’omicidio dell’ottantacinquenne è avvenuto in una stradina a ridosso della superstrada Sora-Ferentino. Alla base del delitto ci sarebbero liti per questioni di confine e di servitù di passaggio. Da quella domenica mattina, del 9 giugno di un anno fa, agli arresti, accusato di omicidio volontario, c’è la guardia giurata Alessandro Dell’Uomo, residente a Sora, nipote della vittima.
In base a quanto emerso nell’immediatezza dei fatti, Dell’Uomo, stando alle accuse, avrebbe tirato fuori la pistola in dotazione sparando nove colpi. Tre hanno raggiunto lo zio, due al volto e uno alla gamba. Silvio Scaccia è morto sul colpo, mentre il figlio Mariano è rimasto ferito. Sarebbe questo l’epilogo di una discussione nata alle 6 di mattina, quando la guardia giurata è rientrata a casa alla fine del turno di notte e ha trovato un’auto parcheggiata dove riteneva non dovesse esserci, in una stradina non lontano dall’abitazione dello zio. Dopo aver sparato, la guardia giurata si è allontanata nelle campagne circostanti, ha contattato l’avvocato e si è costituita. Nella caserma dei carabinieri di Alatri, ha raccontato una prima versione dei fatti al pm Vittorio Misiti. Versione poi ribadita durante l’interrogatorio di garanzia. Il quarantanovenne è difeso dall’avvocato Tony Ceccarelli, mentre l’avvocato Dario De Santis si è costituito per Mariano Scaccia. Il pubblico ministero Vittorio Misiti, come detto, ha chiesto sedici anni per l’imputato. Ha riconosciuto il fatto che si è costituito e ha confessato; ha quindi riconosciuto a Dell’Uomo le attenuanti generiche e ha escluso le aggravanti.

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