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L'intervista

La violenza contro le donne, il coraggio di denunciare, il riscatto. A tu per tu con Daniela Chiappini

Il suo romanzo “Ora basta! Il riscatto delle donne” verrà presentato sabato pomeriggio alla villa comunale di Frosinone

daniela chiappini

Daniela Chiappini con il suo libro “Ora basta!” (Gruppo Albatros Il Filo – pagine 380, € 17,50) FOTO MASSIMO SCACCIA

Si intitola "Ora basta! Il riscatto delle donne" il libro pubblicato per i tipi del "Gruppo Albatros Il Filo" nei primi giorni del 2024, scritto da Daniela Chiappini, avvocato frusinate esperta in diritto societario e commerciale. Il "riscatto" del titolo non è però di tipo economico o, almeno, non solo: è il riscatto della donna su una violenza ben precisa, quella maschile, tipica di una società affetta da oscurantismo sociale.

Quando ha deciso di scrivere il suo volume e perché?

«Era la primavera del 2020 quando il mondo si è fermato per il Covid e, quasi senza accorgermene, mi sono ritrovata a pensare a tutte quelle drammatiche storie di donne che si erano rivolte a me come avvocato. Da lì il passo è stato breve per un noir, anche un po' romantico».

Come si sviluppa la trama?
«La prima parte si concentra sulla protagonista che ha subìto violenza. Si parla della sua vita e del suo passato, anche per far capire al lettore come si è arrivati alla crudeltà patita, poi pian piano si fa la conoscenza dell'organizzazione di Vichi e si comincia a capire come vuole risolvere il problema, fino alla soluzione finale».

Chi potrebbe impersonare Vichi, nella realtà quotidiana?
«Vichi è un personaggio di fantasia e la sua organizzazione non è reale, nella quotidianità bisogna ricominciare da un serio esame di coscienza da parte di tutti, nessuno escluso, e dalle basi del vivere civile, perché mancano i fondamentali dell'educazione e della cultura. I ragazzi sin da piccoli sono abituati a ottenere tutto e subito e questo li rende incapaci di accettare qualsiasi confronto con il mondo, qualsiasi interferenza con il loro ego smisurato. Il fenomeno poi produce, oltre alla violenza di genere, anche problemi relazionali tra gli adolescenti e, spesso, la loro scarsa autostima. Se non insegniamo ai giovani a capire che si cresce e si matura solo dagli errori, non cresceranno mai con la propria autorevolezza e con la consapevolezza di sé. Mi hai chiesto chi potrebbe impersonare Vichi? Tutte noi donne. Se ogni donna recuperasse la piena consapevolezza di sé e del proprio valore potrebbe riprendersi in mano la vita e farne un capolavoro, come diceva Papa Wojtyla. Si renderebbe conto di non aver bisogno di un uomo o comunque di un partner per sentirsi completa e soddisfatta, potrebbe vivere a testa alta e non accetterebbe compromessi di sorta. Nel libro la prima definizione di Vichi è "la tua anima che prende vita"».

Patriarcato, gender, religione. E violenza di genere...
«Tutto è collegato, ma questi sono solo aggettivi per incasellare gli eventi a fattispecie che noi stessi abbiamo creato. In realtà la violenza è sempre uguale a se stessa, cerca solo una scusa per essere giustificata. Se leggo le statistiche degli ultimi anni vedo un elenco drammatico di nomi di donne che sono state massacrate da chi diceva di amarle».

I social media hanno facilitato la violenza di genere?
«Sicuramente offrono una cassa di risonanza straordinaria per la violenza, l'istinto bestiale, il gusto del proibito, del macabro e dell'emulazione. In questo le società che gestiscono i social sono complici perché hanno parametri alquanto discutibili quando si tratta di censura. Se usi la parola "regime" ti bloccano l'account, poi permettono a quattro infami di pubblicare video dove si parla esplicitamente di violenza di genere o di violenza e basta».

Come ritiene la legislazione in materia?
«La legislazione c'è, quello che manca è la serietà della magistratura nell'applicare la legge. Manca la certezza della pena. Nel libro c'è un passaggio proprio su questo, la protagonista vittima riflette proprio sull'assurdità del sistema italiano. La legge si occupa del recupero del delinquente, cerca attenuanti e si dimentica totalmente delle vittime che sono tali due volte, prima dell'aggressore, poi del sistema che non solo non le tutela abbastanza ma non si occupa del loro recupero, della loro salute fisica e mentale».

Qual è la situazione nel nostro territorio?
«Le rispondo con i numeri, solo con i numeri, a questa domanda: più di cento casi di violenza in Ciociaria e due omicidi soltanto nel 2023. Troppi».

Ci sarà un seguito?
«Il secondo volume è già in fase di elaborazione ma non sarà il seguito. Non costruisco le mie storie, lascio la mente viaggiare dove vuole e non so dove mi porterà. Se poi sarà una bella storia la pubblicherò, altrimenti mi sarò divertita a scriverla».

Quando sarà presentato a Frosinone?
«Sabato 9 marzo alle 18 alla villa comunale. A tal proposito desidero ringraziare l'assessore alla cultura e alle pari opportunità Simona Geralico per il patrocinio comunale e "Culturaidentità" per l'organizzazione».

Vichi è un personaggio autobiografico?
«Magari! Sicuramente è quello che ho sempre sognato di essere, ma esserlo nella realtà è un po' più difficile. Sicuramente i pensieri e le emozioni di Vichi mi appartengono e sono aspetti del mio carattere. Vuol dire che penso alla vendetta di fronte a tanta violenza gratuita verso le donne? Qualche volta…».

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