Spazio satira
Sora
11.01.2025 - 16:00
Per la prima volta è stato inserito un sensore glicemico a un bambino diabetico di dieci anni. La notizia arriva dal nosocomio sorano. Per il “Santissima Trinità” un giorno da incorniciare e un vanto per l’intera azienda ospedaliera. I pazienti, infatti, non saranno più costretti a recarsi a Roma. In poco meno di una settimana di ricovero, al bambino è stata offerta una nuova qualità della vita grazie al sensore sottocutaneo inserito nel braccio, che permette di verificare la glicemia ogni volta si abbia necessità. Infatti, si potrà conoscere il parametro durante l’arco della giornata ogni volta che si desidera, con semplici mosse: avvicinando il cellulare al sensore, che rimanderà i dati all’App collegata allo smartphone del paziente, della famiglia del piccolo, delle insegnanti e del medico curante. È un esempio di come la tecnologia può essere al servizio dei diabetici con un’importante applicazione che controlla l’andamento glicemico. Soddisfazione è stata espressa dal personale medico e dalla famiglia del bambino.
«Giovedì 9 gennaio, nella Uoc di Pediatria dell’ospedale di Sora, diretta dal dottor Luigi Di Ruzza - fanno sapere dal reparto del “Ss. Trinità” - è stato posizionato per la prima volta nella nostra Asl un sensore glicemico (Cgm) a un paziente di dieci anni. con diabete mellito tipo I all’esordio gestito, fin dalla diagnosi iniziale, nel reparto Pediatria, dove era stato inviato dal medico curante. La gestione del piccolo paziente è stata condivisa con l’equipe medico-infermieristica della Uoc di Pediatria e ha evitato i notevoli disagi che il trasferimento in un ospedale della Capitale avrebbe causato al bambino e ai suoi genitori. Tutto questo, è stato reso possibile grazie alla recente istituzione di un servizio ambulatoriale di Diabetologia pediatrica presso la Uosd di endocrinologia e malattie del metabolismo, diretta dal dottor Fabio Celletti, di cui è responsabile la dottoressa Federica Patrizi». Purtroppo, il diabete pediatrico è in aumento e avere un’equipe valida sul territorio in grado di affrontare le cure, senza la necessità di trasferire le famiglie a Roma, è un ottimo risultato.
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