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Sora

Strada chiusa, l’attesa s’allunga

Un anno fa la caduta di un grosso masso in via Gelsi. Da allora i residenti non posso rientrare a casa. Resta in vigore l’ordinanza che vieta l’accesso. Si spera in un finanziamento per mettere in sicurezza la collina

via gelsi sora

L’ingresso di via Gelsi di Sora sbarrato da oltre un anno dopo la caduta del masso dalla collina

Via Gelsi inaccessibile da più di un anno, quando un grosso masso si staccò dal costone roccioso che la sovrasta e finì sulla stradina del centro storico dopo aver danneggiato alcune abitazioni. L’ordinanza che vieta l’accesso fu firmata dal sindaco Luca Di Stefano nella primavera del 2023 ed è tuttora in vigore. Lo ha confermato il dirigente dell’ufficio tecnico del Comune, l’ingegner Tommaso Michele Secondini, ricordando come gli uffici di corso Volsci si siano attivati per richiedere un adeguato finanziamento agli enti superiori per mettere in sicurezza il versante della collina.

L’operazione è decisamente complessa e la spesa da affrontare è notevole. Di certo il Comune non può sostenerla con le proprie risorse. Perciò si aspetta un segnale che accenda la speranza di ottenere un congruo finanziamento per procedere con i lavori. Ne consegue che ancora non si conoscono i tempi di riapertura per via Gelsi. Chi ha la propria abitazione lungo la strada non può utilizzarla, continua ad arrangiarsi con l’aiuto di parenti e amici. Una situazione davvero pesante. E la rabbia per la lunga attesa cresce. Ma i tecnici sono stati chiari: fino a quando il costone roccioso da cui si è staccato il masso non verrà debitamente ingabbiato e messo in sicurezza, i residenti di via Gelsi non potranno rientrare nelle loro case. Ecco perché l’ordinanza dell’anno scorso resta in vigore.

Per impedire l’accesso alla strada interdetta è stata posizionata una rete metallica che però, più di qualche volta, è stata spostata per aprirsi un varco. Probabilmente chi lo ha fatto non ha una corretta percezione del rischio che corre. Lo stesso primo cittadino, in consiglio comunale, ha definito la situazione seria e pericolosa. Non resta che sperare che qualcosa si muova e che arrivino finalmente i soldi per poter procedere con la gara d’appalto, la consegna del cantiere e i lavori di messa in sicurezza.

Passerà altro tempo, troppo per i residenti che confidavano in soluzioni e procedure più veloci. Sanno di vivere in un’area a rischio, come pure gli abitanti delle altre zone che si trovano sotto la collina. Poco lontano, nell’estate del 2022, un altro masso si staccò finendo nel campetto della curia vescovile. Altra tragedia sfiorata. Da qui il grido corale dei cittadini coinvolti: chi può si muova e lo faccia subito. 

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