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La polemica

Comunità montane, Sara Battisti (Pd): «Le nuove nomine sono una forzatura»

La consigliera regionale del Partito Democratico: «Ringrazio i presidenti uscenti per il lavoro svolto»

sara battisti

La consigliera regionale del Pd Sara Battisti

«Desidero esprimere un sentito ringraziamento ad Antonio Iannetta (Comunità Montana Valle di Comino), Francesco Piccirilli (Monti Ausoni), Achille Bellucci (Monti Ernici) e Giovanni Iorio (Monti Lepini) per il lavoro svolto con competenza e dedizione in qualità di presidenti eletti delle Comunità Montane del Lazio, e successivamente come commissari nel complesso percorso di liquidazione di questi enti». Così in una nota Sara Battisti, consigliera regionale Pd del Lazio.
«Il loro operato - aggiunge Sara Battisti - ha rappresentato una continuità democratica e amministrativa preziosa per i territori montani, garantendo un legame costante con i Comuni e con le comunità locali. Le loro nomine, peraltro, furono espressione di un principio fondamentale: il rispetto della volontà democratica già espressa dai territori. Oggi, invece, assistiamo a un cambio di passo che ci preoccupa: le prime cinque sostituzioni dei commissari, attuate con i decreti del 15 luglio 2025, rappresentano un atto unilaterale, che spezza quella continuità e quel rispetto istituzionale».



«Non si tratta - prosegue la consigliera - solo di nomine diverse volute dal presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca ma di una spartizione partitica decisa nei vertici della giunta regionale, senza alcun confronto con i sindaci e con i rappresentanti delle comunità locali. Una forzatura anche nelle tempistiche: nel 2023 un analogo tentativo fu scongiurato grazie a un ricorso al Tar da parte dell’Uncem. Oggi si è persino resa necessaria una legge ad hoc (n. 4 del 26 marzo 2024) per rendere possibile questo tipo di nomine, delineando un nuovo doppio binario istituzionale: da un lato il commissario liquidatore, dall’altro il neo-introdotto commissario straordinario, figura che rischia di aggiungere confusione istituzionale invece che semplificare. Sarebbe stato possibile, e forse doveroso, concludere la fase di liquidazione, approvare una seria riforma e solo successivamente procedere a eventuali nomine. I sindaci di ogni orientamento politico hanno già manifestato il proprio dissenso a questo modo di procedere, e bene ha fatto Uncem a chiedere un incontro con il presidente Rocca e con l’assessore competente, per rivedere tali scelte e discutere insieme sul futuro di queste realtà».

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