Cerca

La situazione

Regione, nel centrodestra c’è l’accordo. Lunedì il rimpasto

Oggi in programma il Consiglio, lunedì la ratifica dell’intesa. Passa la soluzione Rocca: a Forza Italia la vicepresidenza e altre due deleghe

francesco rocca

Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca

L’accordo nel centrodestra in Regione Lazio è come la tela di Penelope: di giorno viene tessuto e di notte viene disfatto. Non si spiega altrimenti quanto accaduto ieri mattina tra via della Pisana e via Cristoforo Colombo, sedi rispettivamente di consiglio e giunta. Per prima cosa è saltata la commissione bilancio, subito dopo s’è saputo che Fratelli d’Italia non sarebbe più disposta a cedere la vicepresidenza, pedina chiave per soddisfare le richieste di Forza Italia. Così, tutto è tornato in alto mare, col presidente Francesco Rocca furioso che ha minacciato addirittura di azzerare le deleghe e riassegnarle a sua scelta. Una mossa, quella di Rocca, che pare abbia funzionato, dal momento che ieri sera le acque sembrano tornate serene e i partiti allineati sulla soluzione Rocca. Per definire tutto però bisogna attendere lunedì, quando sarà data l’ufficialità. Prima, ossia oggi, bisogna votare il Def in consiglio regionale.

Una giornata intensa
In mattinata è saltata la seduta della commissione bilancio, alla quale non hanno partecipato i consiglieri di Forza Italia. Facendo quindi venir meno il numero legale. Un appuntamento particolarmente importante, perché si doveva affrontare il tema del bilancio consolidato per l’esercizio 2023. Un vero e proprio strappo quello degli “azzurri”, arrivato dopo il no di Fratelli d’Italia a cedere la delega alla vicepresidenza, nelle mani di Roberta Angelilli. A margine di un evento presso l’Università di Tor Vergata, è stato proprio Rocca a far sapere che l’opzione dell’azzeramento della giunta e della successiva redistribuzione delle deleghe a questo punto è sul tavolo. Come extrema ratio, ma è sul tavolo. Rocca che aveva provato a prendere in mano la situazione e aveva indicato la strada per la soluzione: vicepresidenza della giunta e urbanistica a Forza Italia. Più un’altra delega agli “azzurri”, tra protezione civile e cinema. Ma la quadratura non c’è stata e anzi si è registrata l’ennesima fumata nera. Forza Italia è tornata ventilare l’ipotesi dell’appoggio esterno, che significherebbe il ritiro degli “assessori”. Una frattura difficilmente recuperabile che investirebbe l’intero centrodestra. Oggi è in programma l’ennesima seduta del consiglio regionale per l’approvazione del Defr. Seduta che dovrebbe svolgersi in base a una sorta di accordo arrivato ieri pomeriggio: si vota il Defr e lunedì si formalizza il “rimpasto” della giunta.

Le posizioni dei partiti
Ricapitoliamo la situazione. Forza Italia rivendica l’attribuzione della vicepresidenza per dare sostanza alla crescita della rappresentanza a livello di consiglio: da 3 a 7 esponenti, 8 se si considera l’intergruppo con Noi Moderati. Ma all’interno degli “azzurri” ci sono anche problemi di equilibri. Perché per il segretario nazionale Antonio Tajani il ruolo di vicepresidente non potrebbe che essere attribuito a Luisa Regimenti. Ma a quella carica ambisce anche Pino Cangemi, vicinissimo al senatore Claudio Lotito. In ogni caso va considerato che a condurre le trattative politiche c’è da mesi il senatore Claudio Fazzone, coordinatore degli “azzurri” nel Lazio. E non è pensabile che possa essere Fazzone a fare passi indietro. A lui fanno riferimento l’assessore Giuseppe Schiboni e altri esponenti che potrebbero entrare in giunta qualora si procedesse a dei cambi.
In primis Alessandro Calvi e Giuseppe Simeone. Ma dalle indiscrezioni che filtrano più di qualche consigliere “azzurro” vorrebbe essere tenuto in considerazione come possibile assessore. Sul versante di Fratelli d’Italia la posizione dell’onorevole Paolo Trancassini, coordinatore regionale del partito, è stata chiara dal primo momento. Fratelli d’Italia non vede per quale motivo dovrebbe mettere in conto un ridimensionamento delle deleghe, essendo il primo partito e avendo il gruppo più numeroso (ventidue consiglieri). Ma sulla vicepresidenza i meloniani cederanno per il bene della coalizione, come chiesto da Rocca. Poi c’è la Lega, che è rimasta con un solo consigliere (all’inizio ne aveva tre). Sia il sottosegretario Claudio Durigon che il segretario regionale Davide Bordoni insistono sul fatto che va tenuto presente il risultato elettorale e non gli assetti attuali determinati da passaggi da un gruppo all’altro.

Le opposizioni attaccano
Ovviamente il centrosinistra sta approfittando del caos della maggioranza per attaccare.
Daniele Leodori, Mario Ciarla ed Emanuela Droghei (Pd) rilevano: «Stamattina (ieri, ndr) alla Pisana è saltata anche la commissione bilancio convocata alle 11 per approvare, tra gli altri provvedimenti, un atto fondamentale come il bilancio consolidato 2023 della Regione Lazio. La presunta unità della maggioranza si infrange. Lacerata da mesi da uno scontro interno senza soluzione, la maggioranza è ormai contro se stessa e non più in grado di governare la Regione».
Adriano Zuccalà, capogruppo del Movimento Cinque Stelle, afferma: «Oggi è saltata la commissione bilancio, cosa dobbiamo aspettarci per il consiglio domani? La crisi è più lontana che mai dall’essere superata e i cittadini sono gli unici a pagare il prezzo di questo gioco al massacro».

Il centrodestra
In serata, i capigruppo di maggioranza alla Regione Lazio, Daniele Sabatini, Fratelli d’Italia, Giorgio Simeoni, Forza Italia, Laura Cartaginese, Lega, Nazzareno Neri, Noi Moderati e Mario Luciano Crea, Lista Rocca, in una nota dichiarano: «Non intendiamo inseguire le forze politiche di opposizione in sterili polemiche. Il lavoro del presidente Rocca sta dando i suoi frutti in ogni ambito. L’unica opinione che ci interessa è quella dei cittadini del Lazio nel cui unico interesse prosegue il dialogo tra le forze politiche di maggioranza. Basta ascoltare i territori per rendersi conto di come il Lazio stia risalendo finalmente la china raggiungendo i livelli e la considerazione che merita. A noi interessano i fatti. Polemiche e parole le lasciamo ad altri», concludono.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione