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Lo scenario

Angelo Camilli: piano industriale per il Lazio

Ieri alla Nuvola all'Eur l'assemblea di Unindustria. Presenti il presidente Francesco Rocca e il ministro Adolfo Urso

angelo camilli

Il presidente di Unindustria Angelo Camilli

«Il Lazio non deve essere più il luogo in cui un'impresa aspetta in media 300 giorni per un'autorizzazione ambientale. In 300 giorni è stato ricostruito il Ponte di Genova. Ridurre a 90 giorni questa performance sarebbe già il segno del salto in avanti che vogliamo fare». Così Angelo Camilli, presidente di Unindustria, nella relazione all'assemblea generale dell'associazione di categoria, tenutasi ieri a Roma. Precisamente alla Nuvola all'Eur.

Quindi ha aggiunto: «Il Lazio deve essere la Regione che nei prossimi due mesi concluderà l'iter per il riconoscimento della Zona Logistica Semplificata con il Ministero della coesione». Alla manifestazione sono intervenuti, tra gli altri, Adolfo Urso (ministro delle imprese e del made in Italy), Francesco Rocca (presidente della Regione Lazio) e Roberto Gualtieri (sindaco di Roma).

Le tematiche
La competitività del territorio, le ambizioni per la crescita del Lazio (con obiettivi concreti e misurabili), una visione europea per l'industria, le riforme utili al Paese, i valori di Confindustria, le tensioni internazionali, le tendenze della nuova globalizzazione, il ruolo economico della Capitale da rilanciare. Questi i temi toccati da Angelo Camilli nella sua relazione. Sottolineando la necessità di lanciare «un Piano industriale per il Lazio». Ha argomentato: «Il governo del Paese e quello della nostra Regione possono considerarsi giovani se guardiamo al tempo trascorso da quando sono in carica: per questo sentiamo di poter chiedere loro un grande slancio di visione. Il Lazio deve mirare a un ambizioso riposizionamento in Italia e in Europa. Le più recenti stime sul Pil del Lazio nel 2023 si collocano appena sopra la media italiana, ma dopo la caduta del 2020 non abbiamo agganciato il ritmo di rilancio delle principali regioni. È un film che abbiamo già visto: l'economia regionale dimostra di avere il fiato corto». E ancora: «Il nostro capitale industriale si è ampiamente ridotto: il valore aggiunto dell'industria è diminuito di un terzo. Da soli, i servizi non bastano per accelerare la crescita. L'innovazione si trasferisce e si valorizza nella manifattura ed è la manifattura che fa crescere la domanda dei servizi ad alta intensità di conoscenza». Quindi Camilli ha spiegato che «insieme ai talenti, abbiamo bisogno di attrarre un turismo più esigente, puntando sulla qualità, non più solo sulla quantità». Poi ha notato: «Nei prossimi anni sono previsti investimenti tra pubblico e privato per 13 miliardi. La buona notizia è, dunque, che le risorse economiche ci sono. La sensazione meno positiva ce la dà il dubbio persistente sulla capacità di realizzare opere e progetti per intero e nei tempi previsti. Roma deve ribaltare la sua narrazione di Capitale dei "No" e dare prova che qui le cose si possono fare». Sempre Angelo Camilli: «Con coraggio dovremmo candidarci ad un ruolo centrale nel nuovo corso europeo dell'energia nucleare». Per i giovani il presidente di Unindustria ha chiesto al Governo «di ripristinare il bonus assunzioni under 36, indirizzandoli a laureati e dottorati per favorire l'ingresso delle migliori energie nelle imprese». Unindustria ha apprezzato «la revisione del Governo sul Pnrr, perché ha rinunciato ad alcune spese incerte e ha puntato sulla spinta innovativa delle imprese». Riflettori accesi sulle infrastrutture. Ha dichiarato Camilli: «Siamo soddisfatti che alcune opere fondamentali come la Orte-Civitavecchia, la Cisterna-Valmontone e l'adeguamento della Salaria abbiano registrato passi in avanti. Allo stesso tempo chiediamo un calendario credibile per la Roma-Latina e garanzie sulla realizzazione della nuova Latina-Frosinone». Rilevando: «Il dialogo con i nostri interlocutori istituzionali è sempre più intenso e positivo. Ma il riflesso dell'azione tra le dichiarazioni e i fatti deve essere più stretto e immediato. La fame di crescita delle imprese c'è. La Regione deve sostenere gli investimenti innovativi senza atteggiamenti pregiudiziali e senza escludere le Grandi imprese che sono un patrimonio essenziale del nostro sistema produttivo. Allo stesso tempo bisogna immaginare strumenti più accessibili alle piccole e medie imprese. Per noi l'intervento coraggioso e strutturale sul costo del lavoro rimane una priorità: il taglio del cuneo fiscale deve arrivare almeno a 15 miliardi e non essere più messo in discussione a ogni legge di bilancio».

Regione e Governo
Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, intervenendo all'assemblea generale di Unindustria, ha detto: «Sul tema delle infrastrutture nel Lazio siamo molto indietro. Ma sono contento che si dia atto che questa Giunta, con il supporto del Governo, ha avviato lo sblocco di importanti opere. Ora stiamo cercando risorse, mancano 300 milioni, per fare partire i primi tredici chilometri della Roma-Latina che è come la Salerno-Reggio Calabria per il sud». Ha aggiunto Rocca: «Nel Lazio abbiamo il Consorzio industriale più grande, ma Roma non è nel Consorzio. L'ingresso della Capitale va ragionato e dobbiamo imparare anche a farlo. Dobbiamo capire come sarà la governance con l'ingresso di Roma. Un anno fa si insediava la nostra giunta. È stato un anno di soddisfazioni ma anche di sfide complicate. Il 20 marzo presenteremo, qui in Regione, il primo bilancio di quel che abbiamo fatto e delle misure principali che caratterizzeranno il 2024. Non ci limiteremo a questo: porteremo questo bilancio in ogni provincia del Lazio, territorio per territorio». Il ministro delle imprese Adolfo Urso ha toccato il tema delle prospettive per il settore automotive alla luce delle strategie annunciate da Stellantis. Ha affermato Urso: «Condivido la preoccupazione espressa da tutti i gruppi ma ricordo che l'operazione che ha portato all'incorporazione, perché questa è stata, di Fca in Psa e alla nascita di Stellantis, è avvenuta quattro anni fa e all'epoca sono state sottovalutate le ricadute sugli stabilimenti italiani e sull'occupazione. A differenza di quanto avvenne da parte del Governo francese, che pretese specifici impegni, anche con un impegno sugli assetti azionari. Non a caso le fabbriche italiane che primeggiavano per efficienza e produttività oggi sono penalizzate nel confronto con fabbriche come quelle francesi o spagnole, così come sono state penalizzate nella scelta dei modelli da applicare sulle linee produttive, con un impatto sull'indotto evidente a tutti. Una dinamica preoccupante che ha spinto il Governo ad avviare un confronto non privo di tensioni con Stellantis per restituire centralità al nostro Paese, confronto che prima si è realizzato nel Tavolo Automotive e poi in un Tavolo specifico insediato a dicembre. Siamo in un momento fondamentale per lo sviluppo del settore dell'automotive e serve una convergenza ampia».

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